logo san paolo
sabato 23 settembre 2023
 
vaticano
 

«Sulla guerra in Ucraina, scatenata dalla Russia, il Papa difende la vita e non fa politica»

30/08/2022  La nota della Santa Sede dopo le polemiche sorte negli ultimi giorni circa le parole di Francesco: non devono esserci dubbi sulla «chiara e univoca» condanna verso «la guerra di ampie dimensioni in Ucraina iniziata dalla Federazione Russa» che è «moralmente ingiusta, inaccettabile, barbara, insensata, ripugnante e sacrilega»

Con un comunicato ufficiale la Santa Sede chiude l’incidente diplomatico con l’Ucraina per le parole del Papa all’udienza generale di mercoledì scorso. Le parole del Pontefice sul conflitto, spiega la nota diramata martedì, non vanno considerate «prese di posizione politica». Ma non devono esserci neanche dubbi sulla «chiara e univoca» condanna verso «la guerra di ampie dimensioni in Ucraina iniziata dalla Federazione Russa». Sulla quale, peraltro, la condanna, ancora una volta, è nettissima perché viene definita «moralmente ingiusta, inaccettabile, barbara, insensata, ripugnante e sacrilega».

Le dichiarazioni di Francesco della scorsa settimana avevano suscitato forte malcontento a Kiev innescando un vero e proprio incidente diplomatico col Vaticano. Al governo ucraino non era affatto piaciuto il mettere sullo stesso piano, da parte del Pontefice, i «tanti bambini ucraini e bambini russi che sono diventati orfani», senza, a detta di Kiev, fare alcuna distinzione tra aggressore e aggredito. E soprattutto l'aver parlato di Darya Dugina, figlia dell'ideologo della Russia nazionalista Alexander Dugin e lei stessa strenua sostenitrice della “guerra giusta” contro l'Ucraina, rimasta uccisa nell'esplosione della sua auto, come di una «povera ragazza» e una «vittima innocente». Parole considerate «deludenti» o quanto meno azzardate dal governo ucraino, per cui il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba aveva anche convocato il nunzio apostolico a Kiev, mons. Visvaldas Kulbokas, per chiedere spiegazioni. E tutto questo mentre si era in piena trattativa per il possibile viaggio di Francesco nella capitale ucraina, che improvvisamente rischiava così di finire su un binario morto.

Per placare le polemiche è intervenuto martedì a mezzogiorno, a quasi una settimana di distanza, il comunicato della Santa Sede, pubblicato proprio mentre il Papa era impegnato nella riunione con i cardinali di tutto il mondo sulla riforma della Curia, che si chiude questo pomeriggio con la messa in San Pietro insieme alle nuove porpore nominate nel Concistoro di sabato.

«Nel contesto della guerra in Ucraina, sono numerosi gli interventi del Santo Padre Francesco e dei suoi collaboratori al riguardo - ricorda la nota -. Essi hanno come finalità per lo più quella di invitare i Pastori ed i fedeli alla preghiera, e tutte le persone di buona volontà alla solidarietà e agli sforzi per ricostruire la pace. In più di un'occasione, come anche nei giorni recenti - prosegue -, sono sorte discussioni pubbliche sul significato politico da attribuire a tali interventi«. A tale riguardo, dice la Santa Sede, «si ribadisce che le parole del Santo Padre su questa drammatica questione vanno lette come una voce alzata in difesa della vita umana e dei valori connessi ad essa, e non come prese di posizione politica. Quanto alla guerra di ampie dimensioni in Ucraina, iniziata dalla Federazione Russa - aggiunge -, gli interventi del Santo Padre Francesco sono chiari e univoci nel condannarla come moralmente ingiusta, inaccettabile, barbara, insensata, ripugnante e sacrilega». Toni assolutamente forti e chiari, in particolare mettendo nero su bianco a chi vada attribuita la responsabilità della guerra. E la risposta positiva da parte ucraina non si è fatta attendere.

«La reazione attiva dell'Ucraina ha incontrato la comprensione del Vaticano», ha subito twittato l'ambasciatore ucraino presso la Santa Sede, Andrii Yurash, accogliendo di buon grado le «parole più forti della dichiarazione vaticana» di oggi: «guerra di ampie dimensioni in Ucraina, iniziata dalla Federazione Russa». «Nessun dubbio su chi sia l'aggressore e nessuna possibilità di fare due parti uguali«, ha aggiunto il rappresentante diplomatico di Kiev in Vaticano. Che poi ha ribadito il concetto anche all'agenzia polacca Pap: «Siamo molto soddisfatti che la reazione molto forte da parte ucraina sia stata presa molto serio e che ci siano state la risposta e la spiegazione della Santa Sede. Il documento della Santa Sede adesso dice chi è l'aggressore, chi è il responsabile».

 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo