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giovedì 12 settembre 2024
 
stop the war
 

Sulle orme di Francesco: noi, pellegrini di pace

02/04/2022  "Alle 4 di sabato 2 aprile abbiamo lasciato la Polonia e siamo entrati in Ucraina: 221 persone su decine di pulmini con generi di prima necessità, soprattutto farmaci. Andiamo lì anche per incontrare persone con non hanno scelto la guerra, ma la subiscono. Ci siamo messi in marcia, io da Assisi, altri da diverse città d'Italia, perché pacifismo vuole dire agire e non girarsi dall'altra". Gli appunti di viaggio di don Tonio Dell'Olio della Pro Civitate Christiana

Leopoli, Ucraina,

nostro servizio

Alle 4 di sabato 2 aprile eravamo puntuali alla frontiera tra Polonia e Ucraina. Ci siamo, finalmente. Viaggiamo su decine di pulmini, una carovana lunga, 221 persone in tutto. Portiamo generi di prima necessità, e tanta voglia di stare accanto a gente che la guerra non l'ha scelta, la subisce.

È così che di fronte a chi ostenta i segni del potere si comincia a mostrare il potere dei segni. E il primo segno all’alba, ieri, venerdì 1 aprile, è che anche il parcheggio di un anonimo supermercato di Gorizia, punto di partenza scelto da Stop the war, facciamo la pace,  può trasfigurarsi in un avamposto di futuro. Alle sei del mattino quando la prima luce del giorno non ti consente ancora di distinguere i volti della gente, la schiera dei pulmini pronti alla partenza li fa sembrare proiettati verso il futuro che vogliamo. Alla partenza se ne conteranno 66 tutti stracarichi di medicine e carne in scatola, presidi medici richiestissimi dagli ospedali ucraini e generi di prima necessità. Sono 221 le persone che, da ogni parte d’Italia hanno accolto la sfida. Sì, perché di una sfida si tratta in questa guerra, stupida e distruttiva come tutte le guerre. Una sfida come quella di Francesco d’Assisi che va disarmato verso Melik al Kamil al tempo delle crociate e Chiara che si oppone ai saraceni col suo corpo e col corpo di Cristo. Una sfida come quella ispirata da don Tonino Bello 30 anni fa e che portò 500 persone nella Sarajevo assediata.

La colonna dei pulmini, questa carovana di speranza, arriva a sera inoltrata al confine polacco con l’Ucraina dopo aver attraversato Slovenia, Ungheria e Slovacchia. Oggi, 2 aprile, contiamo di distribuire gli aiuti e caricare circa 300 persone tra le più fragili per sottrarle alla brutalità della guerra e portarle in salvo in cento posti d’Italia. I marciatori della pace incontrano i patriarchi delle Chiese ucraine. Vogliamo pregare insieme. Desideriamo incontrare il sindaco di Leopoli e l’ambasciatore italiano. Sempre oggi, 2 aprile, nella stazione ferroviaria della salvezza speriamo di poter salutare i profughi in arrivo e marciare verso il centro della città per una breve manifestazione. Un messaggio di pace che ha potere di segno. Che sia profezia dell’Interposizione nonviolenta che si muova da ogni Paese europeo ogni volta che la guerra torna a minacciare le nostre case. 

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