“Sullo ius soli serve una normativa comune europea”, lo afferma il Presente del Parlamento Europeo Antonio Tajani, ospite del Meeting di Rimini. Nell’auspicare una norma comunitaria su questo tema delicato, Tajani consiglia di mettere da parte, per ora, la norma in discussione nel Parlamento italiano. “Siamo in campagna elettorale e in questi momento in Italia ci sono altre priorità, come la lotta alla disoccupazione giovanile. Le leggi non si fanno con la fretta”.
Tajani interviene anche sulla risposta che l’Europa dovrebbe dare dopo la strage terroristica di Barcellona del 17 agosto. “In questo momento”, dice, “l’Europa ha bisogno di un maggiore coordinamento fra i magistrati, le forze di polizia e e servizi segreti. Europol è uno strumento che ha mostrato la sua efficacia, ma i servizi devono coordinarsi meglio e rinunciare a gelosie e segreti che non portano alcun beneficio. Io ho anche proposto una FBI europea per gestire meglio tutte le informazioni di cui disponiamo. Inoltre serve un dialogo maggiore con i servizi americnai, israeliani, russi, giordani. Ci si deve muovere a 360 gradi”.
Sul tema dell’integrazione Tajani lancia anche l’idea di annullare la doppia cittadinanza per chi sceglie di diventare europeo. “Si potrebbe subordinare la concessione della cittadinanza europea”,spiega, “alla perdita della cittadinanza di origine. Questo ovviamente non significherebbe rinunciare alla propria religione e alle proprie tradizioni, ma sarebbe il segnale di una scelta chiara”.
Tajani aggiunge che nel dialogo con l’Islam si è più forti se non si rinuncia alla propria identità. “Un cristiano”, spiega, “non si guadagna maggior rispetto da un musulmano se toglie il crocifisso dal muro di una scuola. Anzi, quel gesto può apparire come un segno di debolezza. Mostrarsi deboli e rinunciare ai propri valori significa offrire un modello di società in cui chi viene da fuori può avere qualche difficoltà a riconoscersi”.
Sul tema delle Ong impegnate nel Mediterraneo per il soccorso dei migranti Tajani esprime una convinzione: “La stragrande maggioranza delle Ong si muove con spirito umanitario. Ma alcune inchieste della magistratura hanno accertato che altre Ong non rispettano le regole, perciò ben venga il codice stabilito dal Governo italiano che mette le cose a posto. Chi fa aiuto umanitario fa un’opera meritoria, se invece si fa i traghettatori, è diverso”.