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mercoledì 29 marzo 2023
 
 

Tanti giovani, tanta rivoluzione

25/02/2014  Il peso del fattore demografico: sono "saltati" i regimi dei Paesi dove oltre il 40% della popolazione ha meno di 24 anni. Solo Un caso?

I giovani in piazza a Kiev (Reuters).
I giovani in piazza a Kiev (Reuters).

47,5%; 50%; 46,1%. Teniamo a mente questi dati: sono la quota di popolazione inferiore ai 24 anni d'età rispettivamente in Venezuela, Egitto e Ucraina. E se provassimo a esplorare i dati di Paesi come la Siria, il Bahrein, la Tunisia,a la Libia o lo Yemen, scopriremmo realtà analoghe: le turbolenze degli ultimi anni sono scoppiate sempre in Paesi dove i giovani abbondano.

Non è una questione di ormoni ma di prospettive. Il Medio Oriente è la regione del mondo che ha speso di più, negli anni Novanta, per la scuola e l'istruzione. I Paesi dell'Est europeo sono per tradizione a livelli di scolarizzazione elevatissimi. Ma la situazione economica è pessima, oppure è fortemente condizionata dalle politiche di regime: i Paesi dell'Africa del Nord, primo fra tutti la Libia, o l'Ucraina che da sola, non molti anni fa, forniva il 25% dei prodotti agricoli di tutta l'Urss, o il Venezuela che vende petrolio anche agli Usa, non devono necessariamente essere poveri, o avere una quota della popolazione in povertà sempre oltre il 20%, come invece succedeva anche prima dei recenti tumulti.

La miscela era quindi destinata ad esplodere: tanti giovani di buona cultura (e quindi abituati all'uso delle nuove tecnologie di comunicazione), con scarsissime prospettive di realizzazione personale e professionale e destinati a scontrarsi con regimi autoritari ma soprattutto immobili, dove i soliti autocrati (si chiamino Chavez o Gheddafi, Yanukovich o Ben Alì) detenevano il potere per decenni. Un pentolone destinato a saltare, come infatti è successo e sta succedendo.
 

  

 
 
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