L'apertura della Porta Santa nella Basilica di San Martino a Martina Franca all'insegna del dialogo interreligioso. E’ stato un significativo momento di condivisione tra la comunità cattolica e quella musulmana molto presente a Taranto e provincia. L’arcivescovo, monsignor Filippo Santoro, ha sottolineato come «la Porta aperta, spalancata è un grande segno di accoglienza. Non esistono più vicini e lontani, tutti sono chiamati a passare per questa architrave dove troveranno un cuore che accoglie, che perdona e che ama».
All’evento giubilare hanno partecipato i numerosi migranti ospitati nella diverse strutture del tarantino e i richiedenti asilo politico dello Sprar di Martina Franca, insieme ad Hassen Chiha, rappresentante della comunità musulmana di Taranto e uno dei fondatori dell'Associazione Umat (Unione dei Musulmani Amici di Taranto). Come gesto di pace, la comunità musulmana ha donato a monsignor Santoro un "Bambino Gesù" in segno di rispetto per il Natale. “Attraversare la Porta Santa ci faccia sentire partecipi di questo mistero di amore e di tenerezza - questo il pensiero del prelato -. Abbandoniamo ogni forma di paura e di timore, perché non si addice a chi è amato. Viviamo, piuttosto, la gioia dell’incontro con la grazia che tutto trasforma. Beneficiando del grande perdono di Dio dobbiamo camminare tutti fianco a fianco, in amicizia per far prevalere il bene comune e la responsabilità, la passione per questo territorio”.
Durante la solenne concelebrazione di Martina Franca la comunità cattolica e quella musulmana hanno condannato insieme le “guerre di religione” dove il nome di Dio è utilizzato per uccidere e distruggere, non rispettando così il messaggio di pace che invece entrambe le religioni trasmettono. Parole sentite quelle pronunciate da Hassen Chiha: “La Vergine Maria e suo figlio Gesù godono di una considerazione del tutto speciale tra i musulmani. Noi siamo qui per testimoniare la nostra gratitudine, per un dare un forte segnale di fratellanza e di comunione”.
I profughi sbarcati in periodi diversi a Taranto, dopo la prima accoglienza, vengono assistiti e seguiti dai volontari dell’associazione Salam fondata nell’aprile del 2010. Attualmente i migranti, perlopiù giovani, risiedono all’Hotel Belsit di Talsano (136), al Roxana Hotel di Pulsano (38), allo Sprar di Martina Franca (56) mentre ventisei minori provenienti anche da Egitto, Eritrea e Somalia sono alloggiati in una casa famiglia di Statte. “La nostra associazione è improntata sul grande impegno solidale verso chi lascia la propria terra in preda alla disperazione e per sfuggire alla guerra, alla fame - dice la 30enne presidente dell’associazione Salam, Simona Fernandez -. Il Giubileo apre il cuore alla speranza e ci dà un’ulteriore forza per essere al fianco dei nostri simili. L’auspicio è che si dipani un nuovo percorso interreligioso e interculturale che porti verso un cammino di pace e verso quell'amore tra fratelli e sorelle che nessun uomo potrà mai distruggere”.