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mercoledì 16 ottobre 2024
 
 

Tasse sì (e tante), servizi no

06/05/2013  L'italia è il quarto Paese in Europa per pressione tributaria, superato solo dai Paesi scandinavi. Che beneficiano di un sistema di welfare per noi inimmaginabile...

Ai primi posti in Europa per la pressione tributaria, senza che ciò comporti una corrispondente rete di servizi, un elevato tasso di occupazione e un debito contenuto. In altre parole, sulle spalle dei cittadini italiani gravano tutti gli oneri e quasi nessun beneficio di una forte tassazione. Sono i pradossi dell'economia italiana fotografati da un interessante rapporto della Cgia di Mestre. E chissà se il decreto in arrivo del Governo Letta, che congelerà, momentaneamente, Imu e Tares (ma le risorse da dove arriveranno?), è sufficiente a modificare un quadro che grava pesantemente su cittadini e imprese oneste.

Ecco i dati. Con una pressione tributaria - che non va confusa con quella fiscale, al 30,2% - l'Italia è il Paese più tassato d'Europa, ad esclusione dei Paesi Scandinavi. I quali, va ricordato, offrono servizi pubblici e un sistema di welfare non comparabile con quelloi di nessun'altra nazione. Lo certifica la Cgia di Mestre in una ricerca che elabora i dati di Eurostat: ad esclusione di Danimarca (47,4%), Svezia (36,8%) e Finlandia (30,5%), l'Italia è al quarto posto con una percentuale del 30,2: +1,3% sul 2011.

La pressione tributaria - sottolinea la Cgia - consente di misurare il carico fiscale, perché nasce dal rapporto fra imposte, tasse e tributi versati da una parte e il Pil dall'altra. Se il Regno Unito registra una pressione tributaria (28,6%) di 1,6 punti inferiore alla nostra, in Francia il carico tributario (27,9%) è minore di 2,3 punti ed in Germania (23,6%) addirittura di 6,6 punti. Rispetto alla media dell'Unione europea (26,5%), in Italia il peso delle tasse, delle imposte e dei tributi sul Pil è di 3,7 punti percentuali in più e addirittura superiore di 4,5 punti della media dei Paesi dell'area dell'Euro (25,7%).

''Con un livello di tassazione del genere - osserva Giuseppe Bortolussi, segretario Cgia di Mestre - dovremmo ricevere una quantità di servizi con livelli di qualità non riscontrabili altrove. Invece, tolta qualche punta di eccellenza che registriamo in tutti i settori, la giustizia civile funziona poco e male, il deficit delle nostre infrastrutture materiali ed immateriali è spaventoso, in molte Regioni del Sud la sanità è al collasso, senza contare che la nostra Pubblica amministrazione presenta ancora livelli di inefficienza non giustificabili''. A rendere ancora più cupo il quadro, c'è un altro fattore: ''Se in Italia le tasse continuano ad aumentare e negli ultimi due anni il debito pubblico sul Pil è passato dal 120 a quasi il 130% e dall'inizio della crisi i disoccupati sono aumentati di circa un milione e mezzo, forse c'è qualcosa che non va. Dobbiamo assolutamente invertire la rotta, alleggerendo il carico fiscale su cittadini e imprese, condizione necessaria per far crescere la domanda interna e, molto probabilmente, anche l'occupazione''.

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