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venerdì 23 maggio 2025
 
 

Tasse, l'Italia non perde il "vizietto"

16/11/2013  Dalle dichiarazioni del 2012 emerge un fatto strano: gli imprenditori sono più "poveri" dei lavoratori dipendenti. Colpa della crisi? Ma allora perché nel 2006...

A giugno il danno con il saldo e l'anticipo sul prelievo fiscale, a novembre la beffa con i dati sulla contribuzione per categorie. Come ogni anno, puntuale, la comunicazione del Ministero dell'Economia e delle Finanze fa saltare almeno per qualche ora il velo di rassegnazione che segna i comportamenti del contribuente medio.

Magra soddisfazione arrabbiarsi ma è tutto quel che si riesce a fare quando si legge (dati 2012) che gli italiani con reddito da lavoro dipendente prevalente hanno dichiarato in media 20.680 euro, mentre quelli che hanno come prevalente un reddito da impresa si sono fermati a 20.469 euro. Qualche specifica: commercianti a 21.730 euro, ristoratori e albergatori a 14.940, titolari di imprese di costruzione a 22.570. Se poi vogliamo farci una risata amara, aggiungiamo al quadro che solo 31.752 contribuenti hanno dichiarato redditi superiori ai 300 mila euro annui, e che quasi tutti loro (27.068 contribuenti appunto su 31.752) sono pensionati o lavoratori dipendenti.

Qualcuno ha anche provato a spiegare l'incongruenza (mettiamola così: industriali e professionisti più poveri dei loro dipendenti) con la crisi economica. Mah... Se la crisi colpisce le imprese e le partite Iva, come può non colpire anche chi per le imprese lavora, cioè i dipendenti? In ogni caso, qui sotto c'è un qualche antico vizietto italico. Se andiamo a prendere gli stessi dati, ugualmente diffusi dal Ministero, ma relativi alle  dichiarazioni 2007 su anno d'imposta 2006, scopriamo che allora il 48% delle società dichiarava di essere in passivo (più 3,5% rispetto al 2005); e che ben il 35% dei contribuenti italiani dichiarava un reddito inferiore a 10.000 euro annui (833 euro al mese). E c'era ancora il boom, la grande crisi globale doveva ancora arrivare e l'imposizione fiscale era (sia pur di poco) inferiore. Qual era, allora, la scusa?  


 

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