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sabato 12 ottobre 2024
 
femminicidio
 

Telefono Rosa: «Saman poteva essere salvata, bastava una legge»

02/07/2021  L'avvocato dell'associazione Antonella Faieta: «Sarebbe stato sufficiente introdurre nella normativa sull'immigrazione il reato di matrimonio forzato»

Antonella Faieta, vicepresidente di Telefono Rosa.
Antonella Faieta, vicepresidente di Telefono Rosa.

Saman poteva essere salvata. È la frase che tutto lo staff del Telefono Rosa ripete con amara delusione e rammarico. Per questa  giovane donna c’era una speranza, lo dicono le “carte” esaminate attentamente e con minuzia dalla vicepresidente dell’Associazione, avvocata Antonella Faieta. «Lavorando tutti i giorni su questi casi mi sono resa conto di una grave lacuna -spiega la vice presidente del Telefono Rosa, avv. Antonella Faieta - all’interno dell’articolo 18 bis sull’immigrazione nato proprio per contrastare la violenza. Non è stato infatti inserito il matrimonio forzato, fenomeno che riguarda soprattutto le giovani donne. Sono proprio loro che dobbiamo tutelare, dandogli la possibilità di emanciparsi dalla famiglia e dalla situazione in cui vertono».

«Non avere i documenti -prosegue la vicepresidente- è un doppio colpo per queste donne: da una parte si sentono abbandonate dallo stato in cui vivono e dall’altra hanno il timore si essere rimandate nel loro paese, ritrovandosi così sottomesse e senza via di fuga. La giustizia deve invece dimostrare di essere al loro fianco». Saman, come si legge sui profili ufficiali del Telefono Rosa, era stata inserita in una casa rifugio. Secondo le nuove disposizioni di legge in caso di violenza, prosegue il post sulla pagina Facebook, una donna può avere il permesso di soggiorno indipendentemente da qualsiasi famigliare. Questo non è stato possibile per lei perché, come individuato dalla nostra vicepresidente, avvocata Antonella Faieta, nell’articolo 18 bis testo unico sull’immigrazione non è stato inserito il matrimonio forzato (art. 558 bis c.p.). Questo ha impedito che le venisse rilasciato un permesso di soggiorno, che le consentisse di sottrarsi alla violenza (ex art. 18 bis T.U. immigrazione) e Saman non ha potuto avere i documenti ed è stata costretta a tornare a casa per recuperarli.

Una lacuna giuridica che ha messo in pericolo la vita di una giovane donna, che pur di essere libera ha scelto di rischiare tornando a casa per recuperare i documenti. Il Telefono Rosa dopo aver individuato il tassello mancante si è mobilitato immediatamente per richiedere l’inserimento dell’art. 558 bis del codice penale. Grazie all’Onorevole Stefania Ascari è stata interessata la Commissione Giustizia, chiedendo l’istituzione di un Osservatorio nazionale sul fenomeno dei matrimoni forzati e di allargare le fattispecie di concessione di permesso di soggiorno per “motivi di giustizia”, previste nel Testo Unico Immigrazione, includendo anche i casi di matrimoni forzati. «Ringrazio Telefono Rosa per l’importante incontro sulla vicenda terribile di Saman Abbas» dice l’onorevole pentastellato rispetto alla vicenda e prosegue: «su questo caso, insieme alla collega Maria Edera Spadoni, ho presentato un’interrogazione per capire se è stato fatto tutto il possibile da parte dei servizi sociali e domandare l’istituzione di un osservatorio specifico per monitorare il fenomeno dei matrimoni forzati. È grazie a queste occasioni di confronto con chi quotidianamente si occupa di questi temi che emergono delle idee migliorative dell’attuale legislazione. Ho già interessato la Commissione Giustizia e spero che tutte le forze politiche, al di là delle parole profuse sul caso, vogliano procedere immediatamente a rafforzare la tutela di queste ragazze».

Tale caso dimostra il costante lavoro del Telefono Rosa a difesa delle donne e dei minori. «Non abbiamo potuto salvare Saman -commenta la presidente del Telefono Rosa, Maria Gabriella Carnieri Moscatelli- ma non possiamo lasciare che altre ragazze subiscono quello che ha subito lei. Grazie alla nostra vice presidente, Antonella Faieta, abbiamo fatto emergere un’importante lacuna normativa, che speriamo possa essere colmata. Il nostro unico desiderio è salvare altre donne che si trovano a vivere una situazione così difficile». Tutte le volontarie del Telefono Rosa, e io personalmente, monitoreremo la situazione e non consentiremo che altre donne passino la stessa tragedia che ha passato Saman, della quale ci sentiamo oggi tutti colpevoli. Siamo sicure che la ministra Bonetti sarà la prima ad intervenire e a dare sostegno a questa battaglia, che è una battaglia di civiltà per i diritti di tutti».

 
 
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