Maria Gabriella Carnieri Moscatelli con il presidente Sergio Mattarella al Quirinale il 13 maggio del 2019 (foto Ansa).
(Foto sopra: Francesco Totti e Ilary Blasi)
Ha suscitato sdegno e durissime critiche la copertina di una nota rivista italiana che ritrae Francesco Totti sulla spiaggia, davanti al mare, insieme alla figlia secondogenita Chanel, 13 anni, fotografata di spalle, in costume, con il viso pixellato in quanto minorenne, ma in una posa che mette ben in evidenza le sue forme e con tanto di titolo a rimarcarle. L’episodio ha scatenato la ferma reazione dei genitori, Francesco Totti e Ilary Blasi, che hanno espresso il loro dissenso con una dichiarazione su Instagram in cui l'ex campione della Roma richiama il "problema sempre più evidente della sessualizzazione e mercificazione del corpo delle adolescenti".
Molto amareggiata la direttrice della rivista in questione, che in un comunicato all’Ansa ha affermato di avere “sempre inteso valorizzare le donne e più in generale sostenere i valori della famiglia: era l’intento anche di questa pubblicazione, in cui si è voluto semplicemente ritrarre la famiglia Totti in un momento di normalità”. Ma non la pensa affatto così la presidente del Moige - Movimento genitori, Elisabetta Scala, che ha dichiarato: “È inaccettabile e perverso pubblicare sulla copertina di una rivista l’immagine di una tredicenne con il suo lato B in evidenza; peraltro facendo esplicito riferimento a esso e a quanto somiglia a quello della madre, non c’è dubbio in proposito perché il viso invece è coperto per ‘tutelare’ l’identità della minore”.
Il brutto episodio mediatico, che ha richiamato anche l’intervento del presidente dell’Ordine dei giornalisti Carlo Verna, al fine di valutare se sia stata violata la Carta di Treviso (protocollo che disciplina i rapporti tra informazione e minori), riporta a galla il problema frequente dell’esposizione dei minori a livello mediatico, senza sufficiente riguardo per la loro privacy e la loro riservatezza, che dovrebbero essere la preoccuazione primaria di chi si occupa di informazione.
«Vorrei spezzare una lancia in favore della giornalista, che è sempre stata una brava professionista. Penso che si sia trattato di uno scivolone e che la giornalista non abbia visto e valutato il problema a 360 gradi. E invece di fare uno scoop ha ricevuto un boomerang». Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, presidente dell’Associazione nazionale volontarie Telefono Rosa, da sempre in prima linea nella difesa dei diritti e della dignità delle donne contro ogni forma di abuso, tende a smorzare in qualche modo i toni della polemica. Senza tuttavia perdere in alcun modo di vista il nocciolo della questione, consapevole della gravità del problema che questo “scivolone” ha provocato.
«Si tratta di un problema particolare e profondo. Questa ragazzina ha già due genitori stupendi ma impegnativi, in quanto molto famosi. Metterla poi in copertina in quel modo significa averla esposta a reazioni da parte di persone spesso poco equilibrate che non le daranno pace. Immagino quando questa ragazzina tornerà a scuola: i compagni più intelligenti la rispetteranno, altri, quelli più sciocchi, faranno su di lei commenti e apprezzamenti che potrebbero farla molto soffrire. Se noi parliamo da anni di bullismo il motivo alla base c’è. E con questa foto abbiamo messo nelle mani dei ragazzi un’arma micidiale».
La Carnieri rivolge il suo pensiero alla famiglia di Chanel: «I genitori sono splendidi, faccio loro i miei complimenti perché hanno saputo anche in questo caso mantenere dignitosamente un equilibrio e un controllo davvero ammirevoli, difficili quando c’è in ballo una figlia minorenne. La loro reazione è giustissima e tutto il Telefono Rosa è vicino a Ilary Blasi e Francesco Totti e sposa interamente la loro causa. Dall’altro lato, vorrei ribadire che la giornalista è probabilmente caduta in un problema di valutazione».
Continua la presidente di Telefono Rosa: «Ora, cerchiamo di difendere questa giovane, di dirle di andare avanti, perché essere belle non è una colpa. E se qualche stupido farà qualcosa, è appunto semplicemente uno stupido. Inoltre, mi preoccupa un altro problema: quella fotografia può essere utlizzata da terzi in qualche modo? L’uso delle immagini mi inquieta. Purtroppo, ancora una volta, si è sottovalutato il problema del bullismo, della mercificazione del corpo della donna e del possibile utilizzo che si fa della foto di una bambina». Episodi di questo genere, sottolinea la Carnieri, sono sintomo di una cultura retrograda che mette al centro il corpo della donna, la sua bellezza fisica, ma non la sua intelligenza, le sue doti e capacità. «Forse, questo “scivolone” mediatico potrà servire da incitamento e stimolo per tutta la categoria della comunicazione a valutare con più attenzione e sensibilità l’uso delle informazioni e immagini che riguardano ragazzini. Mettiamocelo in testa: a 13 anni una giovane è una ragazzina, non è una donna. I 13enni, maschi e femmine, sono piccoli, sono bambini, e come tali vanno strenuamente difesi. E dovete essere voi giornalisti i primi a darci il supporto necessario affinché questi ragazzini siano sempre rispettati come persone».