Due delle ragazze vittime di violenze la notte di Capodanno in piazza Duomo a Milano (foto Ansa).
Dobbiamo arrivare a queste barbarie per prendere atto che esistano i femminicidi e che la violenza è sempre più fuori controllo? È di questa mattina l’intervento della ministra della giustizia, Marta Cartabia, sulla violenza e i femminicidi. Siamo contente che questo intervento sia stato fatto, ma ci chiediamo perché non è avvenuto prima. Perché quando abbiamo chiesto una formazione mirata sui giovani e le giovani, sulle forze dell’ordine e sui giudici non abbiamo ricevuto risposte? Perché non è stato pensato un piano organico per sconfiggere la violenza di genere?
Stiamo assistendo a un fenomeno molto preoccupante, la violenza dilaga tra i giovani e le giovani ma nessuno sta facendo nulla. I nostri ragazzi e le nostre ragazze, a causa della pandemia, sono stati privati di due anni di vita e più volte abbiamo sottolineato quanto questo a lungo andare fosse deleterio per loro. Una guerra che hanno combattuto e stanno combattendo da soli, perché nessuno ha provveduto ad aiutarli, lasciandoli in balia di una situazione tragica. Basta pensare a quanto accaduto la notte di Capodanno a Milano per capire che non stiamo supportando i e le giovani. Gli autori dello stupro di gruppo in Piazza Duomo e le vittime sono ragazzi e ragazze tra i 15 e i vent’anni. Una generazione spesso non ascoltata e capita. Noi adulti dobbiamo lavorare sia all’interno della scuola che della famiglia per educare i nostri figli e le nostre figlie al rispetto e alla parità di genere. Dobbiamo assolutamente prevenire questa ondata anomala, ma siamo stati incapaci di prendere provvedimenti per arginare questo fiume inarrestabile di violenza che sommerge tutta la società.
L’intervento della Ministra è importante, ma non è sufficiente. Sono anni che come Telefono Rosa scriviamo lettere aperte al Presidente del Consiglio, alla Ministra della Giustizia, alla Ministra delle Pari opportunità e al Ministro della Pubblica istruzione. Il silenzio è stata l’unica risposta, modalità molto in voga in questo momento. Il silenzio e la mancanza di comunicazione, deleteria per una società come la nostra, sono la normalità. Poche sono le parole che commentano fatti gravi, come la violenza sulle donne, e a questo diciamo basta. Basta parole, vogliamo fatti ed iniziative concrete.
Siamo colpevoli di non aver saputo fermare la violenza, ma abbiamo permesso che sommergesse ogni cosa. Dobbiamo impegnarci per l’abbattimento degli stereotipi e delle convinzioni nocive per costruire una società che abbia pieno rispetto della donna, di quello che rappresenta e del peso che la stessa ha in tutte le azioni della nostra società.
Siamo certe che dopo l’intervento della ministra Cartabia altri ministri e minestre sosterranno la necessità di cambiare la nostra cultura e iniziare un percorso verso una civiltà, che faccia capire a tutti che uomini e donne sono persone e quindi uguali, senza distinzione. Alle ragazze diciamo: non sottovalutate nessuna mancanza di rispetto nei vostri confronti, non sottovalutate certi comportamenti. Le molestie devono essere denunciate e non nascoste.
(Foto Ansa in alto: i volti di sei donne vittime di femminicidio nella prima metà di settembre 2021).