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lunedì 14 ottobre 2024
 
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Terra dei fuochi ma non solo: il Papa a Caserta

26/07/2014  Francesco arriva nella città campana nel giorno della festa patronale di Sant'Anna. Ad attenderlo una terra piagata dal dramma delle ecomafie ma anche una mobilitazione sociale, che vede in prima fila le Suore Orsoline del Sacro Cuore, contro la prostituzione e lo sfruttamento delle donne

Caserta

Improvvisa e un po’ improvvisata. Così il vescovo di Caserta Giovanni D’Alise definisce la visita di sabato pomeriggio in città di papa Francesco. Incontra i sacerdoti e poi celebra la Messa davanti alla Reggia vanvitelliana. Piove e il cielo è color piombo, strade chiuse, ma grande attenzione all’afflusso dei pellegrini. Viene a celebrare la festa di Sant’Anna e lunedì tornerà per incontrare l’amico Giovanni Traettino, pastore della Chiesa evangelica, suo amico dai tempi di Buenos Aires.

Il Papa aveva annunciato la visita al suo amico protestante già a gennaio all’allora amministratore apostolico della diocesi di Caserta, il vescovo di Aversa Angelo Spinillo. Poi, visto che il 26 luglio è la festa dei santi Gioacchino e Anna, e sant’Anna è patrona della città, il Papa ha deciso di celebrare la Messa oggi e tornare lunedì per la visita alla chiesa evangelica. Il simulacro di Sant’Anna era custodito fino al 1800 nella casa delle sorelle Costa che poi lo donarono all’Arciconfraternita della Madonna di Loreto. Dopo il bombardamento alleato sulla città del 27 agosto 1943 la sede della Arciconfraternita finì in macerie, ma la statua fu rinvenuta miracolosamente intatta tra le pietre dell’antica chiesa. A Caserta la chiamano “a vecchierella nostra” oppure anche “Nonna putente”. E la festa è molto sentita dalla popolazione. Quando mons. Giovanni D’Alise venne nominato vescovo a Caserta il 21 marzo ed ebbe l’informazione sulla visita privata del Papa al pastore protestante, fece presenta la circostanza e il Papa ha acconsentito di venire per la festa della patrona e di tornare poi due giorni dopo per il pastore.

La diocesi di Caserta conta 112 sacerdoti, 47 religiosi e 163 suore. Le parrocchie sono 66. L’impegno sociale della Chiesa in una terra provata dalla camorra e dai danni ambientali che hanno poi dato vita al movimento della “terra dei fuochi”, soprattutto con il vescovo Raffaele Nogaro, vescovo di Caserta dal 1990 al 2009, è stato sempre molto intenso.

Qui opera un gruppo di suore che da anni aiutano le prostitute ad uscire dal terribile vortice della tratta e che sono  costrette a vendere il proprio corpo sulle strade della provincia. La loro leader è suor Rita Giarretta, religiosa delle Orsoline del Sacro Cuore.
Le suore hanno aperto anche una cooperativa sociale per dare lavoro e dignità a chi ha deciso di spezzare con l’auto della Chiesa la schiavitù della prostituzione. In una lettera inviata al Papa, insieme ad altre associazioni, denunciano l’aggravamento della situazione sociale e parlano di Caserta come città dei diritti negati, «condannata dalla feudalità politica locale e dal potere economico, al ruolo inequivocabile di un grande dormitorio di Napoli»: «La nostra città lasciata da sempre senza programmazione, diventa così il luogo dove tutto precipita, che mortifica le istanze dei meno abbienti, che emargina i piccoli, gli offesi, i più deboli».

La lettera è firmata dalle Acli, Casa Rut delle Suore orsoline, Casa Zaccheo dei Padri sacramentini, e il Comitato Caserta Città di Pace. Già 22 anni fa in occasione della visita di Giovanni Paolo II i fedeli di Caserta aveva denunciato il degrado politico e sociale. Oggi la situazione è peggiorata. Alla Messa di papa Francesco partecipano anche palestinesi e ucraini che poco prima dell'arrivo di Bergoglio hanno alzato uno striscione in  cui chiedono al Papa di lanciare un appello per la pace a Gaza e in Ucraina.

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