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venerdì 11 ottobre 2024
 
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Il Terzo settore
volta pagina

11/07/2014  Più attenzione e fondi certi in cambio di trasparenza e controlli. Il Consiglio dei ministri vara una legge delega, da tradurre in pratica entro un anno. Dal 5 per mille al servizio civile universale: tutte le novità.

Foto Thinkstock.
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Una riforma snella: sette articoli per ridisegnare il ruolo e il modo di operare del Terzo settore in Italia. Torna l'Agenzia;  il servizio civile sarà universale, dunque varrà per tutti, uomini, donne e immigrati; il cinque per mille verrà stabilizzato e dunque chi opera sulle frontiere del disagio saprà di poter contare su certi fondi con continuità; il Fisco terrà conto delle attività socialmente utili. Il settore, dal canto suo,  dovrà migliorare in quanto a trasparenza.  Costi previsti: circa 360 milioni di cui almeno 60 per il 5 per mille e  250,a  regime,  per il servizio civile.

Il disegno di legge delega «per lo svolgimento di attività di interesse generale» è stato approvato dal Consiglio dei ministri nel pomeriggio di giovedì 10 luglio. Ora ci sono dodici mesi di tempo per il varo dei decreti delegati e la riforma dovrebbe dunque cominciare ad operare dal 2015. «Abbiamo mantenuto l'impegno che avevo preso», ha detto il premier Matteo Renzi definendo la riforma «un grande momento di svolta». Dai 'bond solidarieta« alla stabilizzazione del 5 per mille, dal servizio civile che porterà i giovani ad operare anche all'estero alla nuova"'impresa sociale", fino all'obbligo di trasparenza delle associazioni: sono alcune delle novità che verranno introdotte per valorizzare il grande movimento del volontariato in Italia che si adopera su tanti versanti «in attuazione del principio di solidarietà», come recita l'articolo 1 della bozza della delega.

Una riforma che però non dovrà pesare sui conti dello Stato: «dall'attuazione delle deleghe contenute nel provvedimento - si legge nella relazione tecnica - non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica». Plauso dalle associazioni, anche perché l'intervento era atteso «da almeno due decenni», rimarca il Forum del Terzo Settore che ora però chiede di non mettere troppi "paletti", ma piuttosto di favorire il mondo del volontariato che oggi coinvolge in Italia cinque milioni di persone.

Foto Thinkstock.
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Ecco, così come sintetizzate dall'agenzia Ansa,  le principali novità secondo il testo esaminato dal Consiglio dei ministri

- BOND SOLIDARIETÀ. Verranno introdotti meccanismi volti alla diffusione dei titoli di solidarietà e di altre forme di finanza sociale.

- 5 PER MILLE STABILE, CAMBIA LA FISCALITÀ. Il meccanismo del 5 per mille, oggi ancora da finanziare ad ogni legge di stabilità, diventerà permanente. Prevista anche l'introduzione di una tassazione che tenga conto non solo delle finalità solidaristiche delle Onlus ma anche del «divieto di ripartizione degli utili». In questo ambito verranno anche riviste tutte le agevolazioni, detrazioni e deduzioni, fiscali che ad oggi riguardano le attività di volontariato.

 - SERVIZIO CIVILE, ANCHE ALL'ESTERO E FA CURRICULUM. Si riforma anche il servizio civile per il quale si prospetta una «programmazione almeno triennale» dei contingenti di giovani, fino a centomila contro i 15 mila oggi impegnati. Il servizio civile sarà aperto agli stranieri. I ragazzi e le ragazze coinvolti faranno anche esperienze all'estero, dentro o fuori la Unione europea. Il servizio civile farà curriculum sia «nei percorsi di istruzione»« che «in ambito lavorativo».

- IMMOBILI NON UTILIZZATI E DELLA CRIMINALITÀ. Per sostenere economicamente gli enti del terzo settore verranno studiate forme per accelerare l'assegnazione, a loro favore, degli immobili pubblici inutilizzati o dei beni confiscati alla criminalità organizzata.

- IMPRESA SOCIALE. Vengono ridisegnate la disciplina delle società che operano in questo settore, con «ampliamento dei settori di attività«, »previsione di forme di remunerazione del capitale sociale», «possibilità di accedere a forme di raccolta di capitali di rischio», «introduzione di misure fiscali volte a favorire gli investimenti di capitale nelle imprese sociali».

- REGISTRO UNICO SETTORE. Servirà a favorire »la piena conoscibilità« di quanto fa il terzo settore in tutto il territorio nazionale.

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