L’esperienza della misericordia rivissuta attraverso coloro che l’hanno raccontata nei loro scritti, dall’età antica ai giorni nostri: questo è lo scopo della collana San Paolo Eterna è la sua misericordia, allegata a Credere. Dato che la rivisitazione di determinate opere è stata di grande profitto anche per chi l’ha curata, c’è motivo di ritenere che anche per altri essa potrà rappresentare una lettura fruttuosa, soprattutto per scoprire autori e pagine di grande valore spirituale, rimaste inesplorate o ancora poco conosciute.
DONNE E UOMINI DI DIO
Ad aprire la serie non poteva che essere, nell’Anno della misericordia, suor Faustina Kowalska, che nel Diario – qui proposto in alcuni passi essenziali – documenta la storia della sua anima a contatto con la misericordia di Dio. Con l’assoluta naturalezza dei semplici e la profondità di dottrina dei mistici, Faustina vi trascrive le rivelazioni, le visioni e i suoi colloqui con Gesù. Dentro, c’è tutto l’amore, lo slancio, ma insieme la sofferenza di chi sente ogni volta su di sé l’improba fatica di dire l’indicibile – ossia di rendere con parole umane l’ineffabilità di Dio –, ma di doverlo fare per la grande missione spirituale di lanciare al mondo il messaggio della Divina misericordia.
Alunno alla scuola di suor Faustina Kowalska, polacca come lui, Giovanni Paolo II ha posto il suo pontificato sotto il segno della misericordia. Se nella Redemptor hominis la sua riflessione si era concentrata sulla rivelazione di Cristo, pienezza della verità dell’uomo, le parole-guida della sua seconda enciclica, Dives in misericordia, erano state quelle di Paolo agli Efesini (2,4-5). E, a ripercorrere le tappe della sua vita, è facile riconoscere come essa sia stata interamente «dono e mistero» di misericordia.
Con Agostino tocchiamo con mano il senso profondo del peccato dell’uomo e del perdono di Dio a chi si pente; la sua pazienza nell’attendere chi, abbandonato il proprio orgoglio, compie un cammino di umiltà e si converte, senza aver paura di non poter essere perdonato per il male compiuto: nessuno essendo tanto lontano da Dio da non poter essere raggiunto dalla sua misericordia. Viene a questo proposito alla mente il passo di un romanzo di Julien Green, là dove dice che il vero peccato di Giuda non fu il suo tradimento; il suo errore fu quello di credere che non sarebbe stato perdonato. Al contrario, Agostino testimonia che, nell’essere e nell’agire di Dio, viene sempre prima la misericordia, e non a caso le Confessioni altro non sono che il canto di lode al Dio misericordioso che ha trasformato per sempre la sua esistenza.
A leggere gli scritti di Teresa di Lisieux e in particolare la sua più celebre opera, Storia di un’anima, si resta appesi con il cuore alle sue parole, tanto hanno il potere di trascinare verso il centro della sua esistenza: l’Amore misericordioso di Dio al quale ha offerto tutta se stessa. Pochi anni di vita quelli di Teresa, eppure intensi, tutti immersi nella contemplazione delle misericordie del Signore per imparare a «viver d’amore».
Francesco e Chiara d’Assisi: altre due grandi figure abbracciate dalla misericordia di Dio, da loro vissuta esercitando in modo mirabile l’«altissima povertà», inviolabile fondamento ascetico della loro consacrazione al Cristo povero e crocifisso. Così anche per Charles de Foucauld, una delle più singolari ed eccezionali figure spirituali del nostro tempo, che tuttavia conosciamo ancora troppo poco, e che andrebbe profondamente meditato. Questo vale anche per madre Speranza, di fronte alla quale ci si renderebbe subito conto di quali tesori si possano ricevere accostandola, trovandovi un limpido specchio dei singolari doni ricevuti, della sua santità di vita e del suo tenace impegno a diffondere nelle anime la dottrina e l’esperienza dell’amore misericordioso.
I PASSI DELLA BIBBIA
Il percorso della collana si conclude con i passi celebri della Bibbia dedicati alla misericordia. Si torna così alle sorgenti, al Dio dell’alleanza che non si dimentica di essere fedele e di amare; si torna al Dio di Gesù Cristo, «ricco di misericordia» (Efesini 2,4), che nella beatitudine dei misericordiosi (Matteo 5,7) indica una delle condizioni necessarie da soddisfare per accedere alla vita eterna.