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sabato 12 ottobre 2024
 
Tigran Hamasyan
 

La luce della musica armena invade 100 chiese

25/05/2015  Il pianista Tigran Hamasyan sta portando il repertorio della musica armena in 100 chiese in giro per il mondo, Turchia compresa. Il giorno 26 sarà ospite nella chiesa di San Pietro Martire a Monza nell’ambito della rassegna Monza Visionaria.

La situazione del popolo armeno è argomento di scottante attualità internazionale: e l’ultimo intervento del Santo Padre per ricordare il genocidio degli armeni di un secolo fa ha dato luogo ad uno strascico di polemiche da parte di chi continua a negare un fatto storico ufficialmente riconosciuto da 23 Paesi e da 43 Stati degli Usa. Ma al di là delle prese di posizione e degli opportunismi dei politici, rimane l’eco di una sofferenza incancellabile raccolta, a 100 anni di distanza, da un giovane musicista e da un suo progetto straordinario quanto inedito: Luys i Luso (Luce dalla luce).

Tigran Hamasyan è un pianista jazz dotatissimo ed ammirato. Dal 23 maggio ha dato l’avvio ad un giro del mondo che sarà ospitato in 100 chiese armene. Suonerà col suo gruppo Tigran Hamasya & The Yerevan State Chamber Choir, e sarà ospite il giorno 26 nella chiesa di San Pietro Martire a Monza nell’ambito della rassegna Monza Visionaria (23 - 31 maggio 2015: il titolo è La grande bellezza). Ogni nota della musica eseguita da Tigran è permeata dagli elementi culturali armeni e dall’amore profondo verso la sua terra natale. “E’ da molto tempo che sto studiano questo progetto per organizzarlo e per suonare sola questa musica”, ci spiega. “Ma richiedeva un profondo studio ed un grande impegno. Tre anni fa mi sono deciso: e così ho cominciato a raccogliere, ascoltare e creare un grande repertorio, ma anche a confrontarmi in varie parti del mondo con esperti e musicologi. Per esempio sono andato a Parigi per imparare la notazione armena, ma anche per cantare insieme ad alcuni maestri che vivono lì. E poi ho passato un sacco di tempo a riscrivere ed arrangiare la musica che avevo trovato. E tutto questo è confluito in due grande composizioni”.

Ha scelto anche musica profana?
“No. Si tratta solo di musica religiosa databile dal V al XIX secolo”.

E cosa sogna di ottenere con questa sfida?
“Lo spirito è quello di celebrare la musica armena. E va dunque ricercato nella musica stessa: e lo avrei fatto anche se non ci fosse stato il centenario dell’eccidio. Ma è capitato che il progetto coincidesse con il centenario. Ed allora i miei concerti si caleranno nel ricordo e nel dolore per quanto è successo. Ma come musicista è soprattutto un viaggio nella musica armena: ci sono così tante e ricche melodie, è incredibile. Ed alcune sono davvero stupende!”.

E perché lo ha intitolato Luce?
Luce, il titolo del progetto, ha anche il significato di tornare ad illuminare questa musica, a farla risplendere. Nei concerti io suono solo il pianoforte, e poi c’è un coro che canta. Stiamo anche per fare una sorta di pellegrinaggio dall’antica Artsakh verso Instabul, pensando che tanta della musica che ho riscoperto, almeno il novanta per cento, proviene da chiese ora abbandonate, o chiuse, o distrutte. E per me questo pellegrinaggio significa anche tornare a dare voce a queste chiese, ed ai religiosi che hanno composto queste musiche”.

Quindi il suo progetto viene ospitato anche dalla Turchia?
“Sì, assolutamente!”.

E perché resti memoria di questo “illuminazione” in musica l’etichetta Ecm produrrà la registrazione in Cd.

 
 
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