Nessuna revoca dello sciopero convocato per il 27 febbraio contro la separazione delle carriere. In attesa che si concretizzi davvero l’incontro promesso da Giorgia Meloni al neo eletto presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Cesare Parodi, i giudici non abbassano la guardia. Perché, come hanno ribadito nell’ultima riunione del Comitato direttivo centrale, sono a rischio democrazia, assetto costituzionale e, soprattutto, i diritti dei cittadini. Se la riforma dovesse andare in porto «il popolo italiano in nome del quale amministriamo la giustizia», ha sottolineato più di un intervento, «non sarebbe più tutto uguale di fronte alla legge». Per questo, se davvero la premier, come ha fatto sapere, è pronta a un confronto, i magistrati andranno a Palazzo Chigi «spiegando una volta di più con chiarezza, fermezza, lucidità e senza nessun cedimento le nostre ragioni», spiega Parodi.
L’esponente di Magistratura indipendente, la corrente dei magistrati più vicina al centro destra, eletto l’8 febbraio alla presidenza del sindacato delle toghe, ribadisce la compattezza dell’Anm. Unità espressa anche dalla composizione della Giunta che vede al suo interno tutte le componenti (Area democratica, Unicost, Magistratura democratica) a eccezione di Articolo 101 che, nelle ultime elezioni aveva preso appena due seggi. E così, al possibile incontro con la Meloni, Parodi dovrebbe essere affiancato dal resto della giunta, in primis Rocco Maruotti, nuovo segretario generale, dal vicepresidente Marcello De Chiara, dal vicesegretario generale, Stefano Celli, da Giuseppe Tango, coordinatore dell’ufficio sindacale, da Monica Mastrandrea, cui è andata la direzione de La Magistratura, e dagli altri membri Chiara Salvatori, Paola Cervo, Sergio Rossetti, Dora Bonifacio.
Parodi, torinese di 62 anni, succede a Giuseppe Santalucia. In magistratura dal 1990, prima presso la pretura della città piemontese e poi, nel 1999, nella procura ordinaria presso il tribunale,
nel 2017 diventa procuratore aggiunto di Torino con il compito di coordinare il pool fasce deboli, il gruppo di pubblici ministeri specializzato contro la violenza domestica.