I genitori hanno disegnato su carta le sagome dei loro figli, poi le hanno ritagliate, portate in piazza e appoggiate a terra. «Così rappresentiamo i diritti dei nostri bambini, che i politici stanno calpestando». Si svolge davanti al Comune di Torino la manifestazione contro i tagli ai fondi per le scuole materne paritarie decisi dalla sindaca Chiara Appendino (M5S) e dalla sua giunta. Da settimane, nel capoluogo piemontese, le scuole dell'infanzia di ispirazione religiosa (57 istituti, quasi tutti cattolici, ma c'è anche la scuola ebraica) sono nell'occhio del ciclone. A fine marzo, infatti, l'amministrazione pentastellata ha annunciato una riduzione del 25% sulle risorse destinate alle materne paritarie, da passerebbero da 3 milioni a 2.250.000 euro. Per i 5.500 bambini coinvolti e per le loro famiglie le conseguenze rischiano di essere pesanti: sono in arrivo rincari tra i 130 e i 150 euro sulle rette annue; in alcuni casi, il futuro stesso delle scuole è in discussione, senza contare l'incertezza per gli oltre 500 lavoratori coinvolti.
La manifestazione si è svolta in un giorno cruciale: all'interno del municipio è in corso la seduta del Consiglio Comunale. Si discute il bilancio previsionale 2017, che dovrà essere approvato a breve. Alcuni emendamenti, proposti in aula, riguardano proprio le materne paritarie. Per dire no ai tagli sono state raccolte dai genitori 9.450 firme che vengono simbolicamente consegnate all'assessore all'istruzione Federica Patti e al capo di gabinetto della Sindaca, Paolo Giordana. Il sit-in (organizzato “dal basso”, attraverso il passaparola e il tamtam dei social network) ha coinvolto mamme, papà, insegnanti e dirigenti. Paolo Audisio ha una figlia di cinque anni iscritta alla scuola materna Margherita di Mirafiori, storicamente legata alla parrocchia della Visitazione di Maria Vergine e san Barnaba, nel quartiere Mirafiori: «Benché di ispirazione religiosa, questi istituti accolgono tutti (bimbi musulmani compresi). Hanno un indiscutibile ruolo sociale: assurdo penalizzarle». «Sulle paritarie ci sono tanti pregiudizi», ha aggiunto Marco Tresso, giovane responsabile amministrativo della scuola San Giulio d'Orta, una delle 14 legate alle parrocchie di Torino «Attualmente il nostro istituto accoglie 3 bambini disabili e sostiene le famiglie che fanno fatica, con diversi casi in regime di gratuità». Ha concordato suor Giovanna Gallino, direttrice della scuola Virginia Agnelli, con 150 bambini iscritti al ciclo dell'infanzia. «Negli ultimi anni abbiamo già avuto non pochi problemi per arrivare al pareggio di bilancio. Questi tagli ci mettono in enorme difficoltà, costringendoci a ridurre la qualità del servizio o a imporre ulteriori sacrifici alle famiglie».
«La contrapposizione tra “pubblico” e “privato”, spesso evocata dall'amministrazione in queste settimane di dibattito, è fuori luogo» sottolinea la consigliera comunale Monica Canalis (Pd). «Le scuole materne paritarie svolgono un servizio a tutti gli effetti pubblico, con programmi equipollenti a quelli delle statali e delle comunali. Tra l'altro, se le paritarie chiudessero, sul bilancio della città graverebbero costi enormi, superiori ai 16 milioni di Euro». Il consigliere Silvio Magliano (capogruppo Moderati) definisce i tagli «assurdi e ideologici». «Se si assegnano 50 milioni alle Scuole Comunali (che accolgono 7.800 bambini)» prosegue «è per lo meno sproporzionato assegnare 2,5 milioni alle Scuole Materne convenzionate (5.500 bambini, 550 dipendenti)».
«Qui non si parla di calpestare i diritti di nessuno, tanto meno dei bambini», ha obiettato, dal canto suo, l'assessore all'istruzione Federica Patti. «Trovo che la protesta inscenata oggi davanti al Comune sia una strumentalizzazione che non favorisce il dialogo sul ripensamento dell'intero sistema educativo cittadino, del quale paritarie, comunali e private, fanno parte». Il dibattito, dunque, non accenna a smorzarsi. Come se non bastasse, rischia di naufragare anche il piccolo segnale di distensione annunciato dall'amministrazione nei giorni scorsi. La Giunta aveva infatti stabilito di ridurre il taglio a 500.000 euro, traendo la differenza dal fondo di riserva. Peccato che non siano stati consultati i revisori del bilancio. Ora i tempi sono troppo stretti per porre rimedio e tutto si conclude, per il momento, con un nulla di fatto. Insomma, un gran pasticcio. «A questo punto siamo esterrefatti e molto preoccupati», ha commentato Luigi Vico, presidente Fism Torino (la federazione che riunisce le materne paritarie). «Vogliamo ancora sperare che, in sede di assestamento, la sindaca Appendino prenda in mano la situazione in maniera matura. Se ciò non avverrà siamo pronti a una grande mobilitazione». Per “toccare con mano” il problema, siamo andati a visitare alcune scuole materne paritarie di Torino. Abbiamo parlato con dirigenti e docenti, abbiamo scoperto chi sono i bimbi che le frequentano. E ve lo raccontiamo su Famiglia Cristiana di questa settimana, in edicola da oggi.