LA CAPITALE DEL LIBRO RESTA TORINO: i numeri
Torino ha vinto la prima battaglia. Il Salone del libro ha chiuso con numeri record la prima edizione dopo lo strappo milanese, da cui è sfociato Tempo di libri, svoltosi nell'aprile scorso. Per il momento, la capitale del libro resta Torino.
Sono i numeri a decretare la vittoria. Torino ha registrato oltre 165 mila visitatori, contro i quasi 73 mila di Milano. Ai 552 editori presenti a Tempo di libri hanno risposto i 1.200 presenti a Torino. Ben 1.200 gli appuntamenti organizzati al Lingotto, contro i soli 500 di Rho-Fiera. 45 mila i metri quadri lo spazio del Salone, rispetto ai 35 mila di Tempo di libri.
Si può dire che Torino ha doppiato Milano: più che un 1-0, un 2-0.
Numeri a parte, il visitatore a Torino coglieva nell'aria un clima, un'atmosfera di vivacità e di allegria (quasi la rivendicazione di chi dice: io sono qui!) non percepibile a Milano.
Tempo di libri può addurre diverse scusanti, dal suo punto di vista: date infelici (ma chi le ha scelte? si è voluto a tutti i costi anticipare il Salone, infilandosi in una settimane con il ponte e la gente lontana), la prima edizione...
Torino ha risposto affilando i suoi punti di forza, puntando soprattutto su una manifestazione capillare e diffusa sul territorio che davvero couinvolge l'intera città e la popolazione con le sue forze. Il Lingotto, poi, è parte integrante del corpo sociale: non lo stesso si può dire della sede milanese, dato che la Fiera di Rho è sì collegata con io metro, ma fuori dal territorio comunale, un corpo comunque estraneo.
Sfidata da Milano, Torino ha tirato fuori l'orgoglio, offrendo una delle edizioni del Salone più ricche degli ultimi tempi.
NEMICI O ALLEATI?
Archiaviata la vittoria torinese e la sconfitta milanese, ora si volge lo sguardo al futuro. E qui si pone un'alternativa. La prima è continuare a vivere questo rapporto come uno scontro, in cui Milano vuole mostrare i muscoli scippando il ruolo di capiotale del libro a Torino. Se Tempo di libri sceglierà ancora fine aprile o, peggio ancora, maggio come data della prossima edizione, significherà che si sarà intrapresa questa strada.
L'altra possibilità è che sul libro si crei un'alleanza, anziché uno scontro. Se la kermesse milanese, come qualcuno già suggerisce, sarà accorpata, a Bookcity - la festa del libro milanese in programma in autunno - in una versione ampliata avremo un buon segnale. Lo stesso si potrà dire se si perseguirà il modello di Mito settembre musica, la grande manifestazione musicale che vede appunto alleate le due città in uno scambio sinergico di risorse da cui traggono beneficio entrambe.
Certo lo strappo con relativa ferita per Milano avrà degli strascici: già si vocifera che il presidente dell'Aie (l'Associazione degli editori) Federico Motta, vero arteficie di questa battaglia, verrà sostituito. E come nome destinato a prendere il suo posto circola quello di Riccardo Levi, promotore dell’omonima legge che regola gli sconti in libreria. Un profilo che suggerisce la volontà di una mediazione, piuttosto che l'insistenza nello sfidare Torino.
C'è da augurarsi che prevalga questa seconda alternativa: ne trarrebbero beneficio i lettori e la lettura. E sarebbe auspicabile che anche il Governo facesse sentire la sua voce.