Torino
e Chambéry unite nel nome della Sindone. L'ostensione straordinaria,
programmata per il 2015, in concomitanza col giubileo salesiano,
diventa l'occasione per riscoprire una storia di vicinanza. Non solo
geografica, ma anche spirituale e culturale. Fu infatti la città
della Savoia a ospitare il Santo Sudario tra il 1453 e il 1578, prima
del trasferimento a Torino. Ecco perché una delegazione piemontese,
guidata da monsignor Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino e custode
della Sindone, è partita alla volta di Chambéry, portando in dono
due copie del telo: una destinata alla Cattedrale e l'altra per la
Sainte Chapelle del palazzo ducale.
L'Arcivescovo è stato accolto
dal suo omologo francese monsignor Philippe Ballot, ma anche dalle
autorità cittadine e da rappresentanti del mondo delle istituzioni.
L'incontro, episodio inedito, non rappresenta solo l'abbraccio tra
due singole comunità, ma, in un momento storico molto particolare,
assume una portata più ampia. «L'Europa - ha ricordato monsignor
Nosiglia - trova le sue origini culturali e le sue stesse radici
nella storia dei pellegrinaggi. Quello che stiamo preparando a Torino
per il prossimo anno è un grande pellegrinaggio, che richiamerà
fedeli da ogni parte del mondo: sarà l'occasione per riscoprire il
valore di legami profondi, rinsaldati dalla fede che ci unisce e da
valori comuni, a volte dimenticati».
Insieme
i due arcivescovi hanno celebrato la Messa nella Sainte Chapelle, in
un clima di grande raccoglimento, davanti a un'assemblea a tratti
commossa. Le vicissitudini storiche hanno lasciato tracce durature
nella memoria delle due città, ma ora è tangibile il desiderio di
andare oltre. «La Sindone che senza la nostra volontà è partita da
qui - ha detto monsignor Ballot ricevendo una delle copie del telo -
in un certo senso oggi ritorna a noi grazie alla vostra volontà.
Quando due volontà si uniscono, questo è il segno della presenza di
Dio».
Oggi
come nei secoli passati, la Sindone con i suoi interrogativi continua
a essere il punto di partenza per una riflessione che tocca i cardini
dell'esistenza umana. «Il sudario ci parla della morte, una realtà
che non è ignorata dal cristiano, ma inserita nel cuore del suo atto
di fede, nel mistero e nella vita di Dio. In quest'immagine così
preziosa - ha aggiunto l'arcivescovo francese - noi contempliamo il
volto dell'Amore». I tratti dell'uomo della Sindone custodiscono
dunque «un messaggio universale - ha aggiunto monsignor Nosiglia -
il messaggio dell'amore che vince, del dono di sé in nome di un bene
comune superiore».
Al
viaggio a Chambéry ha partecipato anche la Confraternita del Santo
Sudario, testimonianza viva della devozione alla Sindone in Piemonte.
Da rimarcare inoltre la presenza del Centro Internazionale di
Sindonologia, una realtà unica, capace di contemperare gli aspetti
spirituali con il rigore della ricerca storica e scientifica.
Ma
le due città si scoprono unite anche da un altro legame profondo,
che riemerge proprio in occasione delle celebrazioni per don Bosco.
Forte è a Chambéry la presenza salesiana e la Savoia è anche la
terra di san Francesco di Sales, l'ispiratore del santo dei giovani.
Non
si è trattato però solo di un pellegrinaggio spirituale. Importante
anche la dimensione politica. Della delegazione italiana, infatti,
hanno fatto parte il presidente della Provincia di Torino Antonio
Saitta e l'assessore alla cultura e alle relazioni internazionali
Marco D'Acri. Il gruppo è arrivato in Francia in un giorno
particolare, all'indomani delle elezioni che hanno ridisegnato gran
parte della fisionomia politica del Paese. Anche a Chambéry si è
appena verificato un cambio di rotta: il sindaco socialista
Bernadette Laclais, in carica fino ad ora, è stato battuto dallo
sfidante Michel Dantin.
La
delegazione è stata ricevuta sia in Municipio dalle autorità
cittadine, sia nel palazzo ducale dal presidente del Consiglio della
Savoia Hervé Gaymard. Entrambi gli incontri si sono svolti
all'insegna della cordialità. Tutto fa pensare all'inizio di una
fruttuosa collaborazione. "E' importante - ha raccontato a
Famiglia Cristiana monsignor Ballot - vedere la compresenza delle
autorità ecclesiastiche e di quelle civili, in un Paese dove queste
due sfere tendono a rimanere rigorosamente separate". Parole che
sembrano trovare cuna conferma architettonica nella Sainte Chapelle,
di proprietà del Consiglio della Savoia, ma gestita dalla Diocesi.
Un caso raro in Francia.
A
conclusione della visita monsignor Nosiglia ha invitato il suo
omologo francese a Torino, a partecipare alla celebrazione presieduta
da papa Francesco. Il Pontefice infatti visiterà sicuramente il
capoluogo piemontese durante l'ostensione, anche se la data esatta
non è stata ancora fissata. La collaborazione tra Torino e Chambéry
inoltre investirà l'ambito culturale, attraverso la condivisione di
mostre a tema e documenti legati alla storia della Sindone.