Siamo fortunatamente lontani dai dati record del 2010, quando si raggiunse la cifra di 67.961 detenuti nelle carceri italiane. Dopo i provvedimenti presi per arrestare, l’incredibile affollamento si era arrivati nel 2015 al numero di 52.754 detenuti. Ma quest’anno, secondo i dati al 30 giugno 2016 resi noti in un report presentato alla camera dall’associazione Antigone, si registra un nuovo incremento con 54.072 presenze nelle nostre carceri, ovvero un aumento di 1.318 unità. Troppi considerato che la capienza regolamentare secondo il Ministero della Giustizia è di 49.701 posti. Da tenere conto che negli ultimi sei anni gli istituti penitenziari in Italia sono diminuiti da 209 a 193. Complessivamente sono 18.908 i detenuti in custodia cautelare, pari al 34,9% della popolazione detenuta, mentre il 30 giugno del 2015 erano 17.830, pari al 33,7% della popolazione reclusa. Dunque vi è stata una crescita dell'1,2. La crescita della popolazione detenuta, dovuta principalmente all'aumento degli stranieri, in particolare nella fase del primo giudizio, è - spiega l'associazione - «dunque l'esito dell'operato delle forze di Polizia e della magistratura più orientato al ricorso al carcere rispetto agli anni precedenti. Probabilmente c'è più leggerezza nell'uso della custodia cautelare ritenendo meno grave la condizione di affollamento delle carceri». I detenuti stranieri sono 18.166, ovvero il 33,5% della popolazione reclusa, mentre l'anno precedente 17.207, con un aumento di 1.318 unità. Guardando alla nazionalità, i detenuti rumeni sono in forte calo percentuale, mentre aumentano quelli marocchini che sono il 17% del totale degli stranieri. Quanto all'appartenenza religiosa, sono in tutto 29.658 i detenuti che si professano cattolici, seguiti da 6.138 di fede islamica e da 2.263 ortodossi. Sono la Polizia penitenziaria sono 39 i detenuti radicalizzati. Antigone sottolinea che «contro la radicalizzazione va assicurata piena individuale libertà di culto» Secondo il dossier sarebbero 19.812 quelli che devono scontare una pena residua inferiore ai tre anni e che potrebbero accedere (almeno una parte di essi) alle misure alternative. Il 56,2% dei condannati in via definitiva deve scontare una pena breve facilmente sostituibile con una misura diversa dal carcere, anche considerato che solo 0,79% delle persone che nel 2015 scontavano una misura alternativa ha commesso un nuovo reato. Non è secondario, fanno notare gli autori del rapporto , che negli ultimi sei anni gli istituti penitenziari in Italia sono diminuiti da 209 a 193 per esigenze di razionalizzazione. Ultimo dato riguarda i suicidi: nel 2016 se ne sono registrati 23.