Hanno circa 15 anni ma si sentono più adulti dei loro genitori. Non hanno sogni e si sentono padroni di un territorio che perlustrano sfrecciando in sella al loro scooter. E se qualcuno osa parlare spuntano i coltelli. Non si definiscono componenti di una baby gang ma di paranze. Sono i ragazzi di una periferia posta ‘alla fine di Napoli’ su cui si vuol tenere costantemente accesi i riflettori. Una scelta di chi in quelle periferie ha lavorato ma soprattutto di chi - attraverso la comunicazione – vuole portare la normalità. E l’impegno del nostro settimanale è proprio questo: quello di dialogare con una generazione ispirata da una nuova ‘mitologia criminale’ ed esaltata dalle produzioni nazionali. E proprio per sottolineare la delicatezza di questi fenomeni che il direttore di Famiglia Cristiana, Don Antonio Rizzolo, si confronterà giovedì 15 febbraio con i ragazzi di Scampia alle ore 11.30 nell’auditorium della scuola Vittorio Veneto. A Napoli, dove il caso di Arturo - il ragazzo accoltellato 12 volte in via Foria da un gruppo di coetanei - è diventato quel caso limite da cui si può solo tornare indietro, Don Antonio Rizzolo punta sulla prossimità.
Lo fa parlando con i ragazzi dell’istituto Vittorio Veneto di Scampia, un istituto alberghiero fucina di talenti diretto dalla preside Olimpia Pasolini, insieme ad un gruppo di esperti. Una scuola, quella che simboleggia la rinascita della periferia degradata sostenendo semplicemente la buona educazione e la normalità. La volontà di chi abita quel territorio e l’aiuto di chi ha governato la municipalità di Scampia come l’avvocato Angelo Pisani anche autore del libro ‘Luci a Scampia’ presente al tavolo dei relatori, punta ad un rinnovamento. Così come le realtà limitrofe che periferia non sono, è il caso di Pozzuoli raccontato dall’ assessore alla "Cultura, Turismo e Sport del Comune di Pozzuoli" Maria Teresa Moccia di Fraia. Nei campi flegrei il fenomeno delle baby gang è stato contrastato con un festival della letteratura dedicato ai bambini e i ragazzi organizzato a Pozzuoli dal 15 al 17 dicembre con stand e attività da poter svolgere in strada. E ancora, tra le testimonianze non mancherà quella della mamma di Arturo, la professoressa Maria Luisa Iavarone che prima dell'incontro sarà in Tribunale per l'incidente probatorio inerente all'aggressione del figlio. E così in una Napoli che vuole scrollarsi di dosso l’etichetta ‘Gomorra’ la volontà di mantenere viva l'attenzione sulla problematica delle baby gang e del bullismo arriva attraverso la comunicazione e le pagine del nostro settimanale. “Il ruolo dei mezzi di informazione diventa quindi molto delicato – spiega Don Antonio Rizzolo – c’è il rischio che i ragazzi seguano la parte negativa di quei modelli emulando, al di la degli intenti posti dagli autori delle fiction, ma deve essere più forte l’altra parte, quella in cui si denunciano le situazioni di degrado con un conseguente intervento dei modelli positivi”. Esaltare quindi non solo il ruolo della famiglia, che deve essere sostenuta dalle istituzioni ma anche quello delle varie agenzie educative presenti sul territorio.
Dalle parrocchie con gli oratori alle palestre, dalla scuola ai maestri di strada l’obiettivo dell’incontro a Scampia è proprio quello di non lasciare soli i ragazzi. Allontanandoli da quell’individualità causata spesso dai social network che esigono gesti eclatanti per poter finire in vetrina. E allora si comincia facendo uscire dallo schermo quei personaggi che in qualche modo rappresentano per i ragazzi il ‘mito’ come il giornalista-tifoso del Napoli Raffaele Auriemma telecronista per Mediaset Premium e conduttore radio-tv, i comici Gigi &Ross e Alessandro Bolide.