È una buona notizia quella annunciata dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che ha promesso un bonus di 80 euro al mese alle neomamme, a partire dal 1° gennaio 2015 per tre anni. Ormai siamo abituati agli annunci a effetto del presidente Renzi, eppure stavolta il contesto scelto per questa comunicazione lascia perplessi: l’annuncio è avvenuto nel corso di “Domenica Live” su Canale 5, al cospetto non di Governo o Parlamento, ma della conduttrice Barbara D’Urso.
Già che c’era, Renzi ha anche garantito che non vi sarà alcun taglio alla Sanità, ha parlato dei diritti civili delle coppie omosessuali, ha difeso la riduzione delle spese di Regioni e Ministeri, ha affermato la necessità di rilanciare l’Italia anche sul piano internazionale.
Prima di lasciare lo studio televisivo, non ha perso l’occasione per prodursi in un paio di selfie, puntando il telefonino su se stesso con la D’Urso e con il pubblico presente.
Date le modalità e la location, si è trattato di un vero e proprio show. D’altra parte, Renzi ha ormai da tempo sdoganato i manifesti, le videopresentazioni, le newsletter e perfino i tweet come strumenti di comunicazione politica a tutti gli effetti. E i maligni non perdono occasione per sottolineare il suo innato essere telegenico, ricordando che la prima uscita pubblica di colui che oggi è il Presidente del Consiglio lo ha visto in campo come concorrente della “Ruota della fortuna” di Mike Bongiorno (era il 1994 e, in cinque puntate consecutive, vinse pure 48 milioni di lire).
Probabilmente, nell’era della multimedialità e della comunicazione senza filtro, la scelta di un salotto televisivo come quello della D’Urso per parlare di politica è una conseguenza inevitabile delle logiche del sistema. E, dopo che l’intramontabile “Porta a porta” di Bruno Vespa è stato ribattezzato “la terza Camera” per la radicata abitudine dei politici di parlare lì in anteprima delle loro iniziative invece che in Parlamento, non possiamo stupirci più di niente.
Ma se Renzi avesse annunciato il “bonus bebé” nel corso di una conferenza stampa dopo un Consiglio dei Ministri, ci saremmo sentiti più a nostro agio sia come cittadini che come telespettatori.