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lunedì 16 settembre 2024
 
il papa a Milano
 

Tra il popolo delle Case Bianche: «Grazie Francesco, ci hai regalato la gioia»

25/03/2017  Il Pontefice comincia la sua visita a Milano dal quartiere di via Salomone dove ha incontrato tre famiglie tra cui una musulmana. Karim commosso: «Lui è un fratello, un uomo di pace». E il Papa: «Entro a Milano come sacerdote e incontrando dei volti, delle famiglie, una comunità»

Per questa gente quella di papa Francesco non è solo una visita simbolica. Lo capisci dai gesti, dalle attese, dagli sguardi carichi di emozione del popolo delle Case Bianche rischiarate da un sole timido e insolito dopo il grigio degli ultimi giorni. «Speriamo che davvero cambi qualcosa», dice Claudia. «È un dono grande, chi se lo aspettava che venisse qui il Papa», le fa eco un’altra signora. «Siamo qui dalle quattro del mattino», dice un gruppo di fedeli boliviani che abitano da anni nel quartiere. Oggi per questa periferia è un giorno di festa, di riscatto. Suor Giuliana delle Piccole Sorelle di Gesù che sono qui dal 1954 ha una speranza: «Che la gioia suscitata da papa Francesco duri a lungo, tocchi i cuori, ci aiuti nelle fatiche. C’è tanta umanità qui, non siamo solo degrado e problemi». I bimbi in coro fanno un tifo da stadio: «Francesco, Francesco!». Una volontaria della parrocchia spiega: «Queste persone non chiedono al Papa solo la salute o altre cose materiali, ma la preghiera. È un segno di fede profonda, la preparazione a questa visita ha cambiato il cuore e le prospettive di molti».

Le campane della città suonano a festa. Francesco alle 8.17 atterra all’aeroporto di Linate. Nella città della moda e della finanza, della frenesia e dell’efficientismo, il Papa comincia da una periferia che negli anni si è sfilacciata a tal punto che la rassegnzione, adesso, si è mangiata la speranza. Francesco arriva con la papamobile in via Salomone e si concede al bagno di folla, saluta il gruppo di disabili e ammalati, i pellegrini di questo quartiere che arrivano da ogni angolo del Sudamerica: El Salvador, Bolivia, Perù, Messico. Un padre con la figlia in carrozzella piange a dirotto dopo aver ricevuto l’abbraccio di Francesco. «È la carezza di un padre», singhiozza.

Al lotto 40, nel cuore delle Case Bianche, il Papa sale le scale tirate a lucido per l’occasione e incontra tre famiglie del quartiere. Quella di Mihoual Abdel Karim è musulmana ma è in ottimi rapporti con la parrocchia di San Galdino con quale collabora. Sul tavolo, seguendo la tradizione islamica dell’ospitalità, hanno preparato per il Papa datteri e latte. «Il Papa ne ha preso un sorso e un bicchiere lo ha offerto a me», dice Karim, «abbiamo parlato dei problemi del quartiere, lui per me è un santo davvero, un fratello, una persona credibile». Poi Karim, insieme alla moglie Hanane e ai tre figli, Nada, 17 anni, Jinane, 10, e Mahmoud, 7, hanno chiesto un selfie al Papa e il Papa si è concesso volentieri. «Fino a 15 anni fa questo era un bel quartiere, normale», dice ancora Karim riferendo il colloquio con il Pontefice, «negli ultimi dieci anni ci hanno abbandonati: molte case rischiano di crollare, c’è sporcizia, menefreghismo». Karim, marocchino, è in Italia dal 1989, la moglie dal 1997. Dal 2008 hanno avuto un alloggio popolare alle Case Bianche. «Ne abbiamo chiesto uno più grande ma l’Aler non ci ha risposto», spiega. Karim fa il magazziniere in un’azienda farmaceutica. Il Papa ha regalato alcune medaglie e la famiglia ha ricambiato con un quadro con i 99 nomi di Dio secondo la tradizione musulmana.

Le altre due famiglie sono quelle di Dorotea e Lino, 57 e 59 anni. Lino è alcolista fin da giovane, è malato di epilessia e ha subito vari ricoveri e la moglie Dori lo assiste e non lo abbandona mai. Poi, al numero 32, la famiglia Oneta: 82 anni Nuccio con un tumore alla gola, 81 Adele che è quasi completamente cieca ed era in ospedale: il Papa ha voluto salutarla lo stesso e l'ha chiamata al telefono per sapere come sta. Vanno a messa in parrocchia e sono sposati da 61 anni.

Don Augusto Bonora, parroco di San Galdino: «È stata una grande emozione accompagnare il Papa a visitare queste famiglie, non so neanche descrivere la gioia dei volti di queste persone ne vedere il Papa in casa loro».

La famiglia musulmana che ha ricevuto la visita del Papa nel quartiere delle Case Bianche. Il padre Abdel Karim, la moglie Hanane e i figli Nada, Jinane e Mahmoud
La famiglia musulmana che ha ricevuto la visita del Papa nel quartiere delle Case Bianche. Il padre Abdel Karim, la moglie Hanane e i figli Nada, Jinane e Mahmoud

Il Papa: «Entro a Milano come sacerdote e mi accogliete voi e la Madonnina»

Dopo la visita alle famiglie, il Papa esce ad abbracciare il quartiere. A vegliare c’è la statua della Madonna che era qui già negli anni Trenta quando questo quartiere a quattro chilometri dal Duomo si chiamava “delle case minime”. «Mi avete regalato questa immagine della vostra Madonnina com’era prima e com’è adesso dopo il restauro», dice Francesco. «Io so che a Milano mi accoglie la Madonnina, in cima al Duomo; ma grazie al vostro dono la Madonna mi accoglie già da qui, all’ingresso. E questo è importante. Mi ricorda la premura di Maria, che corre a incontrare Elisabetta. Ed è significativo il fatto del restauro: questa vostra Madonnina è stata restaurata, come la Chiesa ha sempre bisogno di essere “restaurata”, perché è fatta da noi, che siamo peccatori. Lasciamoci restaurare da Dio, dalla sua misericordia».

Un altro dono del quartiere al Papa è una stola cucita a mano: «Mi ricorda», dice Francesco, «che io vengo qui in mezzo a voi come sacerdote, entro in Milano come sacerdote. Questa stola è stata tessuta da alcuni di voi, in maniera artigianale. Questo la rendere molto più preziosa; e ricorda che il sacerdote cristiano è scelto da popolo e al servizio del popolo; il mio sacerdozio come quello del vostro parroco e degli altri preti è dono di Cristo ma è “tessuto” da voi, dalla nostra gente, con la sua fede, le sue fatiche, le sue preghiere, le sue lacrime. Questo vedo nel segno della stola». Don Augusto chiede al Papa un piccolo fuori programma, di fermarsi e salutare i bambini prima di andare via. E Francesco dice sì, bacia i bimbi, li abbraccia, alcuni si commuovono.

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