Myanmar, Pathein, delta del fiume Irrawaddy: nella sera di lunedì 12 aprile, vigilia del Thingyan, il Capodanno birmano, nello spazio antistante la Cattedrale si è tenuta una veglia funebre per “gli eroi caduti nella Rivoluzione di primavera”. Foto tratta dal sito dell'agenzia di stampa Asianews.
Ha poco da festeggiare. Tuttavia si fa forza e s'aggrappa a quella che normalmente è una ricorrenza carica di speranza e di vita. Anche così, dunque, ribadisce la sua opposizione al golpe che il primo febbraio scorso ha destituito Aung San Suu Kyi, leader democraticamente eletta nonché Nobel per la pace, portando al potere i generali (da allora sono state già uccise più di 700 persone, tra cui 46 bambini). Tra il 13 e il 18 aprile il Myanmar celebra il Thingyan, il Nuovo anno birmano, la festa più importante del calendario. I gruppi di resistenza al colpo di Stato militare, scrive l'agenzia di stampa Asianews che pubblica un ampio servizio al riguardo, corredato di foto e di video, hanno promesso di non attuare alcun festeggiamento, ma di continuare a programmare una serie di proteste.
In occasione del Capodanno, che ha radici buddiste, si ornano le case con vasi pieni di fiori. Così martedfì 13 aprile nelle manifestazioni lungo le strade, i dimostranti hanno portato mazzi di fiori e vasi con piante (come dimostrano le immagini riproposte da Asianews, che pubbhicamo più avanti). Anche a Yangon sono state deposte nell’acqua tanti piccoli vasi con pianticelle.
Altri gesti di protesta sono piuttosto simbolici: dipingere le strade di vernice, diffondere il simbolo della mano con le tre dita alzate, suonare i clacson delle auto. La sobrietà di questi gesti serve per recuperare energie dopo il massacro di Bago e le violenze che le forze di sicurezza compiono ogni notte con raid nelle case private e arresti.
Lunedì 12 aprile, a Tamu, nella regione di Sagaing, vicino al confine nord-occidentale con l’India, i soldati hanno compiuto un raid nel locale ospedale, picchiando le guardie di sicurezza e minacciando con le armi dottori e infermieri, obbligandoli a consegnare i loro cellulari. Da mesi la popolazione di Tamu è organizzata in una forte resistenza e l’entrata della città era protetta da barricate. Uno dei leader della resistenza era un ex poliziotto che ha disertato per protestare contro il colpo di Stato. È stato ucciso all’inizio di aprile in uno scontro con le forze di sicurezza in cui sono morti cinque soldati. Ieri mattina, i soldati hanno distrutto tutte le barricate usando bulldozer.
Il movimento pro-democratico ha anche suggerito una giornata di silenzio e preghiera per commemorare le vittime della violenza, gli “eroi” (attivisti) e le “stelle cadute” (bambini) uccisi dalle forze di sicurezza.
La proposta è per buddisti, cristiani e per i seguaci di altre religioni. Sempre il 12 aprile, alla vigilia del Thingyan, a Pathein, sulla parte occidentale del delta del fiume Irrawaddy, nello spazio antistante la Cattedrale si è tenuta una veglia funebre per “gli eroi caduti nella Rivoluzione di primavera”, a cui hanno partecipato centinaia di fedeli, insieme a decine di sacerdoti, suore e seminaristi.