Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
giovedì 15 maggio 2025
 
 

Tra "società civile" e "casta", meglio i politici

02/05/2014  La "casta" è formata da imprenditori, avvocati, impiegati, dirigenti, giornalisti, magistrati... Che cosa sono, questi, se non la famosa e celebrata "società civile"?

La Camera dei Deputati (Reuters).
La Camera dei Deputati (Reuters).

Quello che segue è un parere non personale ma personalissimo. E gira più o meno così: chiunque, cantante come Piero Pelù o taxista, cuoco o acrobata, può dire ciò che vuole quando vuole a proposito della politica. A una condizione: che non cediamo alla tentazione di credere che abbia ragione chiunque parli di politica senza essere un politico, proprio perché non è un politico.

Due miti, in Italia, hanno fatto e stanno facendo danni gravi. Mi verrebbe da dire, esagerando sullo slancio: danni  assai peggiori della peggiore classe politica. Il primo è il mito della cosiddetta "società civile", il secondo quello della "casta". Uno tiene in piedi l'altro: se c'è una "società civile" buona e virtuosa dev'esserci anche un "casta" che la mortifica e le impedisce di fare il bene del Paese. Altrimenti, come potremmo andare così male? "Società civile" e "casta" sono diventate parole d'ordine indispensabile, ormai,nella narrazione collettiva di quanto succede in Italia.

Ecco allora qualche statistica. Nella legislatura scorsa (2008-2013), le due Camere del Parlamento risultavano così composte. Camera dei deputati: 84 avvocati, 82 dirigenti, 74 imprenditori, 63 giornalisti, 44 docenti universitari, 30 impiegati, 29 medici, 22 insegnanti, 17 commercialisti... Un'infima percentuale, al confronto, i funzionari di partito: 42.  E al Senato: 51 dirigenti, 46 avvocati, 38 imprenditori, 30 amministratori locali, 28 docenti universitari, 28 insegnanti, 26 giornalisti, 23 medici, 11 impiegati, 10 magistrati, 9 ingegneri... e solo 13 funzionari di partito.

Impiegati, medici, avvocati, commercialisti, giornalisti, dirigenti, imprenditori... E che cos'è, questa, se non la "società civile"? Perché, dunque, la chiamiamo "casta"? Le virtù benefiche della "società civile" sono così labili da dissolversi non appena questi stimati professionisti e dipendenti varcano la soglia del Parlamento? O non è piuttosto vero il contrario, e cioè che essendo la "società civile italiana" poco seria (vedasi evasione fiscale da record, lavoro nero alle stelle, corruzione imperante, inefficienza come norma...), diventa poco seria anche la politica quando è appunto detta "società civile" a tirarne i fili?

Il problema non sta nelle categorie di comodo, come appunto "società civile" e "casta", con cui cerchiamo di imprigionare una realtà complessa e sfuggente. Il problema sta nella politica, che è un'attività importante e difficile, che bisogna saper svolgere. Evviva i politici di professione, se sono professionisti seri. E abbasso la "società civile" in politica se è fatta di cialtroni e dilettanti.

Multimedia
Il video: L'attacco di Pelù dal palco di San Giovanni
Correlati
WhatsApp logo
Segui il nostro canale WhatsApp
Notizie di valore, nessuno spam.
ISCRIVITI
Segui il Giubileo 2025 con Famiglia Cristiana
 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo