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domenica 23 marzo 2025
 
Il piccolo in pericolo
 

Trapianto al Bambin Gesù: Alex adesso sta bene

24/01/2019  Il piccolo paziente Alessandro Maria Montresor affetto da Linfoistiocitosi Emofagocitica (HLH), trasferito a fine novembre da Londra al Bambino Gesù di Roma e sottoposto a trapianto di cellule staminali emopoietiche da genitore è in dimissione dall’Ospedale in buone condizioni di salute

Una foto del piccolo dalla pagina Facebook "Alessandro Maria" creata dai genitori per sostenere la donazione di midollo
Una foto del piccolo dalla pagina Facebook "Alessandro Maria" creata dai genitori per sostenere la donazione di midollo

Finalmente si può tirare un sospiro di sollievo per il piccolo Alex la cui malattia in novembre aveva scatenato una vera e propria gara di solidarietà, partita dal web a cui i genitori avevano affidato un appello disperato alla ricerca di un donatore compatibile. Trasferito da Londra dove era in cura al Great Ormond Street Hospital al Bambin Gesù per il trapianto di cellule staminali del padre avvenuto il 20 dicembre, un mese dopo, nelle prossime ore, verrà dimesso in buone condizioni di salute.

Ad annunciarlo è la struttura romana che scrive in una nota: «Le cellule del padre, manipolate e infuse nel bambino di 20 mesi, a distanza di 1 mese dal trapianto hanno perfettamente attecchito, ripopolando adeguatamente il sistema emopoietico e immunitario del paziente. Nell’arco delle 4 settimane successive al trapianto non si sono registrate complicanze, né sul piano infettivo, né sul piano del rigetto, il problema principale per situazioni di questo tipo. Alla luce di queste evidenze, il percorso trapiantologico può dirsi concluso positivamente. La somministrazione del farmaco salva-vita (emapalumab), che teneva sotto controllo la malattia regolando le reazioni del sistema immunitario, è stata sospesa la scorsa settimana. Il bambino, in buone e stabili condizioni di salute, lascerà l’Ospedale nelle prossime ore. Si apre ora una nuova fase, che come in tutti questi casi prevede visite di controllo in DH con frequenza inizialmente settimanale e poi, via, via, sempre più distanziata».

«Siamo soddisfatti del percorso trapiantologico del bambino, che al momento è stato perfetto» commenta Franco Locatelli, direttore del Dipartimento di Oncoematologia e Terapia Cellulare e Genica. «Nelle prossime settimane andrà monitorato accuratamente il completamento del processo di ricostituzione immunologica, così come il persistere di un attecchimento completo delle cellule paterne. I rischi ai quali i pazienti di questo tipo possono andare incontro dopo la dimissione sono principalmente legati allo sviluppo di complicanze infettive. Per questa ragione il bambino verrà strettamente controllato con periodiche visite presso il nostro reparto di DH; doverosamente premessa questa nota di cautela, non possiamo che essere, allo stato attuale, felici per l’evoluzione di questa vicenda così complessa».

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