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lunedì 09 settembre 2024
 
30 luglio, giornata internazionale contro la tratta
 

Tratta digitale e prostituzione in casa: le nuove reti criminali al tempo della pandemia

27/07/2022  I dati allarmanti sullo sfruttamento nella XII edizione del rapporto "Piccoli schiavi invisibili" di Save the children. La maggior parte delle vittime sono donne e bambini, ma anche bambini. "L'Europa e l'Italia sono territori di massimo guadagno per i trafficanti", dice Raffaela Milano della Ong

Donne, ragazze e bambine, ma anche ragazzi e bambini, sono le principali vittime della tratta degli esseri umani, uno dei mercati illeciti più diffusi e proficui nel mondo. I casi accertati nel 2020 - che hanno dato seguito a procedimenti giudiziari - riguardavano 109.216 vittime nel mondo. Una piaga che prospera anche in Europa: nel nostro continente il traffico di esseri umani produce in un anno 29,4 miliardi di euro di profitti e un quarto dei 14mila casi indentificati riguarda vittime minorenni. A riportare questi dati e denunciare il dilagare del fenomeno dello sfruttamento minorile è la XII edizione del rapporto "Piccoli schiavi invisibili" diffuso dalla Ong Save the children in vista della Giornata internazionale contro la tratta di esseri umani che ricorre il 30 luglio.

Il rapporto analizza le condizioni di bambine, bambini e adolescenti vittime o potenziali vittime di tratta e sfruttamento in particolare nel nostro Paese, anche alla luce dell'impatto della pandemia che ha reso i minori ancora più vulnerabili e invisibili. Duranta la pandemia, infatti, le organizzazioni anti-tratta hanno avuto più difficoltà nel garantire il lavoro di emersione e identificazione delle vittime. In Italia, i casi emersi e assistiti nel 2021 dal sistema anti-tratta sono stati 1.911, per il 75,6% di sessso femminile, mentre i minori rappresentavano il 3,3% del totale. 

La forma di sfruttamento prevalente è quella sessuale (48,9%), seguita da quella lavorativa. Tra i Paesi di origine delle vittime al primo posto si segnala la Nigeria, seguita dal Pakistan, dal Marocco, poi da Gambia e Costa d'Avorio. Un dato preoccupante è la crescita del numero di vittime che arrivano da quest'ultimo Paese: sono di origine ivoriana il 4,6% delle 130 donne e ragazze con figli minori che sono assistite dal sistema anti-tratta all'8 giugno 2022. La fascia di età va dai 18 ai 25 anni (ma alcune hanno anche meno di 17 anni).

I dati del Numero verde anti-tratta evidenziano inoltre la forte presenza di donne dell'est Europa, provenienti da Romania, Albania e Bulgaria, che sarebbero anche le uniche a non aver mai interrotto lo sfruttamento nella prostituzione sulle strade. La pandemia con le restrizioni della mobilità ha favorito lo sviluppo di nuove, allarmanti forme di traffico da parte delle organizzazioni criminali: come lo sfruttamento sessuale in-door (nelle case) e il sistema di e-trafficking o tratta digitale: chat online, social media, agenzie di collocamento online, siti web di assistenza all’immigrazione contraffatti per reclutare potenziali vittime, forum sul dark web, pagamento dei servizi legati allo sfruttamento tramite criptovalute. Durante l'emergenza Covid i criminali hanno saputo cogliere al volo le opportunità del Web e hanno posto nuove sfide alle autorità di competenza e alle reti di protezione, che devono rafforzare i loro sistemi di monitoraggio adeguandoli ai nuovi sistemi. In Italia nel 2021 si sono registrati 5.316 casi di pedopornografia trattati dalla Polizia Postale, con un aumento del 47% rispetto al 2020. 

«L’Europa e l’Italia sono territori di massimo guadagno per i trafficanti, ed è indispensabile che rafforzino l’efficacia nel contrasto del fenomeno e nella protezione delle vittime, a partire dalla prevenzione», ha dichiarato Raffaela Milano, direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children. «All’Europa chiediamo, nell’ambito della riforma del Patto Asilo e Migrazione, una normativa volta ad assicurare la piena protezione dei minori non accompagnati che si spostano attraverso i confini esterni e interni e sui territori degli Stati Membri, prevedendo anche procedure di ricongiungimento familiare spedite e un sistema di ricollocamento sicuro tra gli stati membri che superi il sistema di Dublino e prevenga i movimenti secondari autonomi, pericolosissimi per i minori e manna per trafficanti. All’Italia chiediamo misure strutturali, come l’approvazione da parte del Governo nell’ambito degli affari correnti del Piano Anti-Tratta Nazionale che - fermo dal 2018 – rappresenta ormai un’urgenza per la presa in carico di tante vittime. La crisi di governo non può e non deve bloccare l’approvazione del Piano che è stato definito anche con il contributo di molti esperti e realtà impegnate sul campo».

 

(Foto di Gianfranco Ferraro per Save the children: donne vittime della tratta

 
 
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