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lunedì 14 ottobre 2024
 
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Trattasi di esseri umani

13/01/2014  Un convegno sulla tratta degli esseri umani e un progetto contro lo sfruttamento lavorativo dei migranti: due facce della stessa medaglia

Lo sfruttamento dei migranti, la mercificazione della loro persona e la sopraffazione della loro dignità hanno origini lontane. Ben prima di mettere piede sui famigerati barconi che approdano sulle nostre coste, quando chi fugge dal proprio Paese deve pagare ingenti somme per il viaggio.

E quando non è l'imbarcazione di fortuna ad affondare in vista della "terra promessa", è la speranza di una vita migliore a naufragare per centinaia di migranti che, a causa della loro condizione di clandestinità, sono vittime dello sfruttamento. Sfruttamento sessuale per le ragazze costrette a prostituirsi, lavorativo per i migranti oggetto di un caporalato senza scrupoli, ma anche accattonaggio e traffici illeciti. È evidente, quindi, quanto indissolubilmente legati siano tratta e sfruttamento dei migranti.

Di questi temi si è discusso, lo scorso 9 gennaio a Roma, nella tavola rotonda "Perché SI TRATTA DI TE. Contro la tratta delle persone migranti per sfruttamento sessuale e lavorativo", organizzata da CIR - Consiglio italiano per i rifugiati, FIDAPA - Federazione italiana donne arti e professioni e Affari - BPW Italy, in collaborazione con Programma Integra, InMigrazione Onlus, Cooperativa Be Free e l'associazione colombiana Espacios de Mujer.

In Italia la tratta degli esseri umani è ormai realtà consolidata e strutturale del sistema di sfruttamento. Crisi economica e precarietà del lavoro non hanno fatto altro che creare altro terreno fertile alla logica della sopraffazione.

Secondo Caritas  e CNCA, che nell'ottobre 2013 hanno pubblicato "Punto e a capo sulla tratta: 1° rapporto di ricerca sulla tratta", dal 1999 al 2012 65 mila persone si sono rivolte ai servizi di aiuto e assistenza per le vittime della tratta, e 21 mila tra loro sono entrate in un programma di protezione e assistenza sociale; Nigeria e Romania sono i principali Paesi di provenienza delle persone trafficate e assistite, ma Albania, Brasile, Marocco e Cina registrano numeri in costante aumento. Particolarmente significativa l'indicazione che più della metà delle giovani trafficate tra i 18 e i 25 anni di età subiscono uno sfruttamento di tipo sessuale legato alla prostituzione.

Nel corso del convegno, si è parlato perciò degli aspetti di prevenzione, di individuazione delle potenziali vittime e della loro tutela, con particolare riferimento all'applicazione normativa dell'articolo 18 del Testo unico sull'immigrazione, che prevede la possibilità di rilascio di uno speciale permesso di soggiorno allo straniero, sottoposto a gravi forme di violenza e sfruttamento, quando la sua incolumità personale sia a rischio per essersi sottratto a un'organizzazione criminale o aver testimoniato contro di essa in un procedimento penale.

In questo senso va quindi inquadrato il progetto (del quale si è discusso nella Tavola Rotonda del 9 gennaio) "Rosarno... e poi?", un intervento finalizzato a sostenere l'uscita da situazioni di sfruttamento lavorativo, favorendo l'integrazione delle vittime. Il progetto è stato finanziato da Fondazione con il Sud e implementato dal CIR, in partnership con il Comitato per il centro sociale, Comunità Rut - Suore Orsoline, Caritas diocesana di Caserta e Associazione Futura.

Partito nell'aprile 2013 e con una durata prevista di 2 anni, il progetto ha favorito l'accesso a misure di tutela e avviato percorsi di integrazione per stranieri vittime della tratta e dello sfruttamento, attraverso informazione, orientamento socio-legale, assistenza legale e sanitaria, mediazione culturale, grazie agli sportelli aperti nelle città di Caserta e Salerno.

Per maggiori informazioni consultare il sito: www.cir-onlus.org

 
 
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