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giovedì 13 febbraio 2025
 
Stasera in Tv
 

Tre anni in compagnia di un leone bianco

24/03/2021  Intervista alla giovane protagonista di Mia, il leone bianco, in onda stasera su Rai 1, la storia della straordinaria amicizia tra una ragazzina e il felino. Come è stato possibile girare il film con un leone vero?

Un tempo in Africa si contavano 250 mila leoni. Ora ce ne sono solo 25 mila. Una pesante riduzione della  loro popolazione dovuta in gran parte a una pratica indegna: la caccia nella gabbia. Leoni allevati per essere poi dati letteralmente in pasto a dei cacciatori improvvisati che al sicuro di un recinto li uccidono o con un fucile o con una balestra. Si parla anche di questo nel film bello e commovente Mia e il leone bianco,la storia di un’amicizia tra un leone bianco e una ragazzina che vive con i genitori e il fratello in mezzo alla prateria del Sudafrica, in un allevamento di leoni. All’inizio della storia ha 11 anni, ed è una bambina arrabbiata per aver dovuto lasciare a Londra la scuola e gli amici. L’arrivo di un rarissimo cucciolo di leone bianco le dona una nuova ragione di vita. I due diventano inseparabili ma quando il leone cresce sorgono diversi problemi; Mia però non accetta l’idea di separarsi da lui ed entra in aperta ribellione con il padre, che si è reso colpevole di vendere i leoni a un trafficante senza scrupoli. Il film ha una particolarità: è stato girato nel corso di tre anni, seguendo in tempo reale la crescita della ragazzina, interpretata da Daniah De Villiers, e del leone Charlie. Abbiamo raggiunto la giovanissima attrice per chiederle come ha vissuto questa straordinaria avventura professionale e umana. 

Il leone è rappresentato come un animale feroce, e invece tu sei stata al suo fianco, anche se solo sul set, per tre anni. Forse quando era un cucciolo assomigliava un po’ a un gatto, ma poi quando è cresciuto?

«Sono cresciuta con lui per tre anni, quindi è diventato davvero il mio migliore amico. Ho interagito con Charlie tre volte a settimana, passare il tempo con lui è diventato una seconda natura per me. Quando era un cucciolo era più energico e man mano che cresceva diventava più gentile con me. Ma non si può paragonare un leone a un gatto domestico perché è un animale selvatico e devi avere un sano rispetto per lui».

Hai mai avuto paura?

«Sì, faceva tutto parte del processo. Ma ho imparato come e quando interagire con lui».

Eri molto affezionata a Charlie?

«Sì, lo amo moltissimo e per sempre avrà un posto speciale nel mio cuore. Non si può simulare una relazione con un leone, e per rendere sullo schermo quel rapporto d’amore e di fiducia, doveva essere reale».

Durante le riprese, c’è stato un episodio particolarmente memorabile?

«Una delle mie scene preferite è quella in cui Charlie e io stavamo dormendo sul tetto della Land Rover. Era davvero magico, mi teneva caldo e abbracciandolo sentivo il suo battito cardiaco mentre si addormentava, mi faceva capire come un animale così potente sceglieva di essere così gentile con me».

Avevi già recitato prima?

«Sì, al momento sono impegnata con una serie tv in Sudafrica e ho recitato in altri film sudafricani e in uno internazionale».

Quando ti hanno detto che dovevi lavorare con un leone, cosa hai pensato?

«Hanno chiarito da subito che il periodo delle riprese sarebbe durato tre anni e che un leone sarebbe cresciuto con me. Mi è sembrato molto eccitante, un’esperienza straordinaria, unica. Non avrei mai immaginato che mi sarei innamorata così tanto dei leoni».

Hai dovuto trasferirti per girare il film?

«Prima vivevo a Città del Capo, poi durante le riprese tutta la mia famiglia ha dovuto trasferirsi a nord di Johannesburg, dove si trovano i leoni».

Accanto al leone c’era un addestratore? Come ti sei preparata?

«Kevin Richardson è stato il mio mentore in questi tre anni, mi ha insegnato tutto ciò che so sui leoni. La preparazione consisteva nel passare del tempo insieme creando un legame, imparando a leggere il loro comportamento, così ho pulito i recinti, raccolto la cacca, tagliavo la carne per dar loro da mangiare, camminavo con loro nella natura».

Dopo che le riprese sono finite, hai continuato a incontrare il leone?

«Mi manca così tanto che è diventato una parte importante della mia vita, e continuo a fargli visita attraverso il recinto».

Qual è il messaggio del film?

«Si tratta di difendere ciò in cui credi, spero incoraggi i giovani a proteggere gli animali e la natura».

Cosa ti piacerebbe fare quando sarai grande?

«Mi piacerebbe continuare a recitare e imparare il più possibile e anche continuare a diffondere la verità su ciò che sta accadendo ai nostri leoni e ispirare altri ragazzi a diventare voci per la difesa della vita selvaggia».

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