Cara professoressa, sono la mamma di una ragazza che a settembre inizierà la seconda media. La docente di matematica e scienze di mia figlia è andata in pensione a giugno e al momento nessuno ha idea di chi prenderà il suo posto. Alla fine della scuola, in qualità di rappresentante dei genitori, ho chiesto al preside quale sarebbe stata la situazione nell’anno scolastico a venire. L’ho visto allora abbastanza perplesso e assolutamente ignaro di nomi e tempistiche. Anche oggi, a oltre un mese di distanza, ha risposto a una mia mail ribadendo che non ci sono novità. Come è possibile? C’è il rischio che chi verrà a settembre poi non tornerà l’anno seguente, con il risultato di avere tre professori diversi in tre anni di medie?
PAOLA
— Cara Paola, la continuità didattica è uno dei pilastri della scuola, soprattutto dell’obbligo: è importante per i ragazzi che proseguono il loro percorso con lo stesso docente del quale conoscono il metodo di lavoro e con il quale hanno instaurato un rapporto umano; è elemento significativo anche per chi sta al di qua della cattedra e ha potuto passare al vaglio potenzialità e limiti, buona volontà e progressi di ogni allievo. Le immissioni in ruolo, che ogni anno si concretizzano in numeri a cinque cifre (quest’anno circa 52 mila le cattedre), vanno in questa direzione, verso il tentativo di stabilizzare un mondo che ha nel precariato il suo tallone d’Achille. Ma se da una parte esistono graduatorie con molti aspiranti presenti, dall’altra ce ne sono alcune che di professori pronti a entrare in lizza non ne accolgono neanche uno. E la classe di concorso di matematica e scienze alle medie (l’attuale A-28, ex A059) è una di queste: vuote da tempo le graduatorie a esaurimento, esiguo il numero di docenti vincitori del concorso 2016. Il caso Lombardia è emblematico, con 915 posti messi a concorso, 900 candidati, 372 in graduatoria di merito in posizione utile per il ruolo e 543 posti rimasti vacanti. In sintesi, come si legge su tuttoscuola.com 1.600 posti di Matematica alle medie, in tutta Italia, saranno destinati a contratti a tempo determinato. Questo è il motivo per cui il preside della scuola di tua figlia non aveva e non può ancora avere le idee chiare, occorre aspettare. In merito alla tua ultima domanda, invece, la risposta è sì: è probabile che chi avrà un incarico a tempo determinato quest’anno non sarà la stessa persona dell’anno successivo. Sulle cause specifiche occorre guardare più a fondo e rovistare nel sempre più ridotto prestigio (e scarso stipendio) riservato alla scuola dalla società che spinge i laureati in materie scientifiche (troppo pochi, ma questa è un’altra storia) ad andare a lavorare altrove.