Circa trentamila persone hanno partecipato alla veglia notturna in ricordo del beato transito di San Pio di Pietrelcina, la notte tra il 22 e il 23 settembre di mezzo secolo fa. Incuranti della lunga attesa, hanno resistito e partecipato con commozione evidente dalla celebrazione dei vespri all'adorazione eucaristica, dalla preghiera sotto la croce. Quattro ore e mezza sino al Rosario, presieduto da padre Luciano Lotti, segretario generale dei Gruppi di Preghiera San Pio, alle 22,30. Significativa la sua invocazione conclusiva: «Vergine Maria, prendici per mano e portaci a Tuo figlio Gesù». Impossibile non pensare al fatto che quella notte in cui il santo lasciò questa terra teneva la coroncina del Rosario in mano e ripeteva sommessamente sino all'ultimo respiro due sole parole: «Gesù, Maria». La preghiera a Padre Pio scritta dal vescovo di Cerignola, monsignor Luigi Renna, introduce alla rievocazione dei suoi ultimi istanti di vita. I maxischermi diffondono la testimonianza di un medico che vi assistette, Giovanni Scarale, che ricorda come il santo gli raccomandasse sempre che i pazienti della Casa Sollievo della Sofferenza fossero trattati con amore «perché dovevano sentirsi a casa e non in un ospedale».
Le sue parole sono ascoltate in assoluto silenzio dalla gente venuta da ogni dove, anche dal Portogallo, dalla Polonia, dalla Francia. La Messa inizia dopo le 23,30 officiata dal nuovo ministro generale dei frati minori cappuccini eletto dal'85° capitolo generale, Roberto Genuin, classe 1961, originario di Falcade (Belluno) e finora guardiano del convento di Rovereto, che succede allo svizzero Mauro Johri: dopo 24 anni un italiano torna ad assumere la guida dell'ordine. «Viviamo questa notte», dice padre Genuin, «come un unico grande cuore che batte dinanzi alla bellezza della misericordia divina». E fa riflettere sul fatto che con la transverberazione, la trafittura del cuore, fenomeno mistico che san Pio visse un mese e mezzo prima di ricevere le stigmate, «Dio gli fece comprendere quale dolore prova Lui per i peccati dell'uomo».
Alla veglia anche il premier Conte
Enorme anche il flusso dei fedeli che partecipa all'Eucarestia, con decine di concelebranti sparsi tra i vari settori della chiesa all'aperto sul sagrato del santuario disegnato da Renzo Piano. In prima fila il premier, Giuseppe Conte. Per lui la veglia è stato l'ultimo evento di un'intensa due giorni a San Giovanni Rotondo, dove ha trascorso l'adolescenza, dalle medie al liceo. Nel pomeriggio aveva visitato le strutture ospedaliere della Casa Sollievo della Sofferenza, mostrandosi particolarmente tenero con i bambini del reparto oncologico. Al breve incontro con la stampa, ha dovuto replicare alla bagarre che si è aperta dopo la divulgazione del messaggio audio di Rocco Casalino, il suo portavoce, pieno di epiteti ingiuriosi e di allusioni a minacciose vendette verso i tecnici del ministero dell'economia, rei, per lui, di ostacolare le riforme con l'eccessivo rigore sui conti. «Io confermo la mia fiducia nei suoi confronti», ha detto Conte che già in mattinata aveva diffuso una nota in sostegno di Casalino. Prima di entrare al poliambulatorio Giovanni Paolo II di San Giovanni Rotondo ha chiarito: «A monte della vicenda c'è una spiacevole violazione della corrispondenza. Io sono l'avvocato del popolo. Ci mancherebbe che dismettessi le mie vesti proprio in questo caso ma ci sono principi costituzionali e regole deontologiche che sono state violate».