(Foto Reuters: Donald Trump si toglie la mascherina all'ingresso della casa Bianca, dopo l'uscita dall'ospedale)
La poltrona presidenziale è più importante del virus. E allora, in campagna elettorale, tutto vale, anche i colpi di testa e i gesti plateali che, per accaparrarsi consensi, mettono seriamente a rischio non solo la propria vita ma anche - e soprattutto - quella degli altri. Probabilmente la pensa così Donald Trump che, affetto dal Covid-19 e ricoverato da giovedì scorso al Walter Reed National Military Medical Center di Washington, ieri ha messo in scena un breve blitz all’esterno dell’ospedale per fare un giro in auto blindata e, dall’interno della macchina, salutare i suoi sostenitori che, muniti di bandiere americane e striscioni, si erano radunati intorno alla struttura sanitaria dopo il suo ricovero. Una trovata che a molti, a partire da alcuni medici dell’ospedale, è apparsa come una nuova, grave imprudenza da parte del Presidente nei confronti degli agenti che lo accompagnano e la cui salute viene messa a rischio. A maggior ragione perché, dopo lo show fuori dall’ospedale, è arrivata la notizia che alcuni agenti dei servizi segreti che avevano accompagnato Trump nei suoi recenti spostamenti sono risultati anche loro positivi al Coronavirus.
Molte le critiche anche da parte del mondo della sanità: come quella della dottoressa Chris Pernell, medico del Newark University Hospital (New Jersey), che ha perso suo padre a causa del Covid-19 e, intervistata dalla Tv CNN, davanti all’immagine della passerella di Trump ha dichiarato: «Ho pensato che era come se stesse sputando sulla tomba di mio padre, come se stesse dando un pugno nello stomaco a mia sorella che ancora combatte per riprendersi dal virus. E’ stato irrispettoso nei confronti degli oltre 200mila americani patriottici che hanno perso la loro vita a causa dell’incoscienza che viene fuori dalla Casa Bianca».
Ancora positivo al virus, e nonostante l’atteggiamento molto prudente dei suoi medici, ieri in serata Trump ha lasciato l’ospedale e, a bordo del suo elicottero, è rientrato alla Casa Bianca. Come in una scena teatrale perfettamente studiata, appena arrivato alla residenza, in piedi davanti all’ingresso si è tolto la mascherina, ha alzato i pollici come a dire “è tutto ok”, ha fatto il saluto militare, da perfetto commander in chief, comandante in capo delle forze armate. Un aperto gesto di sfida, verso il virus come verso tutti i suoi nemici e oppositori, che lancia un messaggio sbagliato, nettamente contrastante con le misure di sicurezza che una persona affetta dal virus dovrebbe rispettare con rigore e senso di responsabilità. Anche oggi che lo sta vivendo sulla sua pelle, Trump continua imperterrito a minimizzare la gravità della pandemia.
"State attenti, siate prudenti, ma uscite fuori, non lasciatevi dominare dal virus, si può combattere. Dobbiamo riaprire la nostra economia”, ha twittato in un video sul suo account poco dopo il ritorno alla Casa Bianca. «Lo dica alle famiglie degli oltre 205 mila americani già morti per il Covid», gli ha risposto il candidato democratico Joe Biden da Miami. «Spero che nessuno pensi davvero che il virus non sia un problema». Finché non risulterà negativo al virus, il Presidente non potrà partecipare a eventi pubblici. I dibattiti in Tv con Biden del 15 e del 22 ottobre sono ancora in forse. Ma una cosa è certa: per Trump la campagna elettorale non è mai finita, neppure in ospedale.