“Guarda, io voglio solo questo. Voglio che mi trovi 11.780 voti”. Le parole che inchioderanno per sempre Donald Trump, segno della deriva di un uomo ormai allo sbando da ogni punto di vista, si possono ascoltare nella registrazione di una telefonata che si è svolta sabato 2 gennaio fra Trump e Brad Raffensperger, repubblicano, segretario di Stato della Georgia, uno degli stati in cui il presidente è stato sconfitto nelle elezioni presidenziali di novembre.
L’audio della telefonata è stato reso pubblico dal quotidiano Washington Post, con uno scoop che ancora una volta nobilita il giornalismo americano. Non a caso il motto del quotidiano della capitale (la cui inchiesta sullo scandalo Watergate portò alle dimissioni del presidente Richard Nixon) è: Democracy Dies in Darkness (la democrazia muore nell’oscurità).
È durata circa un’ora la telefonata in cui Trump ha cercato con lusinghe, preghiere e rimproveri di convincere Raffensperger a ribaltare il risultato delle elezioni in Georgia. A un certo punto Trump si è fatto anche minaccioso, ma Raffensperger è stato irremovibile."Signor presidente, i dati che lei ha sono sbagliati”, ha replicato asciutto Raffensperger negando i brogli evocati da Trump.
Il contenuto della telefonata rischia di inguaiare seriamente Trump e potrebbe pregiudicare i suoi eventuali propositi di rivincita per le elezioni del 2024. “Trump non conosce limiti “ commenta il Washington Post, aggiungendo che da qui al 20 gennaio (giorno del giuramento di Joe Biden) Trump si prepara a infliggere “tutti i danni possibili alla democrazia”.
Il tentativo di manipolazione del risultato elettorale da parte di Trump arriva a pochi giorni dalla seduta del 6 gennaio, nella quale il Congresso degli Stati Uniti dovrà ratificare la vittoria di Biden già indicata a dicembre dai Grandi Elettori (306 voti elettorali a Biden, 232 a Trump). La seduta del Congresso sarà presieduta dal vicepresidente Mike Pence. Pence, che fino ad ora aveva deciso di non appoggiare le mosse che mirano a non concedere la vittoria a Joe Biden, sembra ora aprire all'iniziativa di un gruppo di senatori repubblicani di rifiutarsi di certificarne l'elezione a presidente. Tuttavia si prevede che la maggior parte dei senatori appoggerà Biden nel voto del 6 gennaio.
Intanto Donald Trump e Joe Biden sono attesi oggi proprio in Georgia per sostenere i loro candidati in una decisiva doppia elezione senatoriale, con due ballottaggi in gioco martedì 5 gennaio. I democratici Jon Ossoff e Raphael Warnock tenteranno di strappare i seggi a due senatori repubblicani in carica: David Perdue e Kelly Loeffler. Il voto è di straordinaria importanza perché in caso di doppia vittoria i democratici, già in vantaggio alla Camera dei rappresentanti, diventerebbero maggioranza anche al Senato. A quel punto l’attuazione del programma di Biden diventerebbe molto più facile.
Nei ballottaggi del 5 gennaio si prevede un testa e testa e i repubblicani devono difendere almeno una delle due poltrone per non perdere la maggioranza al Senato. La Georgia resta uno stato tendenzialmente conservatore, ma nelle elezioni di novembre i democratici sono riusciti a conquistarlo per la prima volta dal 1992.