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venerdì 13 giugno 2025
 
 

Trump nel Golfo: amicizia, affari d'oro e una carezza alla Siria

14/05/2025  Accolto con tutti gli onori in Arabia Saudita, il presidente americano firma contratti e annuncia la fine delle sanzioni a Damasco. Oggi il viaggio prosegue in Qatar, domani ultima tappa negli Emirati Arabi Uniti

Bromance, affari e ramoscelli di ulivo nei confronti della Siria e un po' anche dell’Iran. Una intensa amicizia fra due maschi alfa,  tanti contratti sotto i quali mettere la firma e l’annuncio che saranno tolte le sanzioni economiche nei confronti di Damasco. Sono questi i principali risultati del viaggio in Arabia Saudita di Donald Trump, prima tappa di un tour che lo porterà anche in Qatar e negli Emirati Arabi Uniti. Già durante il suo primo mandato Trump scelse l’Arabia Saudita come meta del suo primo viaggio all’estero. Ancora una volta i sauditi lo hanno ricambiato con un’accoglienza sontuosa e molto più calorosa rispetto a quella riservata a Joe Biden nel 2022.

Il principe ereditario Mohammed bin Salman (detto MBS), il sovrano de facto del regno data l’anzianità e le condizioni di salute di re Salman, ha accolto Trump ai piedi della scaletta dell’Air Force One, su un tappeto color lavanda. Da quel momento in poi è cominciata una serie di gesti che parevano carezze per l’ego smisurato del presidente americano, ricevuto in sale sontuose e omaggiato da centinaia di dignitari in fila per stringergli la mano. Trump ha ricambiato definendo l’Arabia Saudita “la più grande nazione nel mondo”.

Come ha ricordato il Financial Times, “il  principe Mohammed ha mantenuto buoni rapporti con Trump e con il genero Jared Kushner fin dal primo mandato del presidente. Pochi giorni dopo il suo insediamento, a gennaio, MBS si è impegnato a investire 600 miliardi di dollari negli Stati Uniti nei prossimi quattro anni, la stessa cifra annunciata martedì”.  

A Riyadh i due leader hanno siglato un documento per una partnership economica strategica. Il documento prevede la firma di memorandum d'intesa nei settori energetico, minerario e della difesa. La cooperazione in materia di difesa tra i due Paesi si è incentrata sulla modernizzazione delle capacità delle forze armate saudite e su un accordo tra l'Agenzia spaziale saudita e la NASA. Altri accordi hanno riguardato le risorse minerarie, un accordo con il Dipartimento di Giustizia e la cooperazione sulle malattie infettive.

Quello che la Casa Bianca definisce "il più grande accordo di vendita di armi della storia” ha un valore di quasi 142 miliardi di dollari. Gli Stati Uniti affermano che la vendita di armi riguarda cinque settori: avanzamento delle forze aeree e capacità spaziali;  difesa aerea e missilistica; sicurezza marittima e costiera;  sicurezza delle frontiere e ammodernamento delle forze terrestri;  aggiornamenti dei sistemi di informazione e comunicazione.

Trump, fra una firma e una stretta di mano, ha anche trovato il tempo per fare annunci di politica estera. Parlando al Saudi-US Investment Forum di  Riyadh, il presidente americano ha ha annunciato l'intenzione di revocare le sanzioni alla Siria, ormai liberata da regime di Assad.

"C'è un nuovo governo che si spera abbia successo", ha detto Trump della Siria, aggiungendo: "Ti auguro buona fortuna, Siria. Mostraci qualcosa di speciale”. Trump ha spiegato che lo sforzo verso il riavvicinamento con la Siria è avvenuto a seguito di discussioni con Mohammed bin Salman e il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Dopo il suo annuncio, Trump ha ricevuto una standing ovation e ha aggiunto: "Oh, cosa faccio per il principe ereditario”. Oggi, prima di lasciare l’Arabia Saudita, Trump dovrebbe salutare informalmente il presidente siriano Ahmad al-Sharaa a Riyadh. Intanto

il ministro degli esteri siriano Asaad al-Shaibani ha dichiarato che l'alleggerimento delle sanzioni statunitensi rappresenta una "nuova pagina" per il popolo siriano e ha ringraziato l'Arabia Saudita per il ruolo svolto nella rimozione delle sanzioni.

Riguardo l’Iran, Trump ha ribadito la sua disponibilità a dialogare con Tehran (è previsto un nuovo round di colloqui nel negoziato sul nucleare) spiegando che nella politica estera americana non ci sono “nemici permanenti”. Tuttavia Trump ha aggiunto che gli Stati Uniti sono sempre pronti a difendere se stessi e i loro alleati.

Il viaggio di Trump prosegue a Doha, in Qatar. Domani sarà negli Emirati. I due ricchi Paesi del Golfo hanno già promesso generosi investimenti economici negli Stati Uniti. Trump ripartirà contento.

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