Il grande bullo che dal 20 gennaio siede alla Casa Bianca ha colpito ancora. Con telefonate di fuoco e l’uso di Twitter come una clava, Donald Trump tratta capi di Stato e primi ministri stranieri come se fossero suoi dipendenti colpevoli di qualche malefatta, quindi persone da strigliare in malo modo. Nella giornata di oggi sono uscite indiscrezioni, poi smentite, sul tono della telefonata che si è svolta nei gironi scorsi fra Trump e il presidente messicano Enrique Pena Nieto. A un certo punto del colloquio Trump avrebbe detto: “Avete un sacco di bad hombres (uomini cattivi, brutta gente), laggiù, non state facendo abbastanza per fermarli, penso che i vostri soldati abbiano paura, i nostri no, potrei inviarli laggiù per occuparsi della questione”.
Frase clamorosa e offensiva, ma del tutto verosimile, visto che si parla di Trump. Tuttavia è arrivata la smentita dal ministro degli esteri messicano, che ha definito la telefonata “una assoluta falsità”. Anche prendendo per buona la smentita, i rapporti con il Messico restano tesi. L’odine esecutivo con il quale Trump ha ordinato la costruzione del muro alla frontiera (secondo lui, da far pagare ai messicani), ha provocato la cancellazione della visita di Pena Nieto a Washington. Il presidente messicano, invece, negli ultimi giorni ha avuto una cordiale telefonata con il primo ministro canadese Justin Trudeau. Canada e Messico sembrano vuole rafforzare i loro legami bypassando l’America di Trump che divide le loro frontiere. Invece non è stato smentito (per ora) il contenuto della telefonata fra Trump e il primo ministro australiano Malcolm Turnbull.
Turnbull non è Fidel Castro, ma un politico conservatore e l’Australia è un tradizionale alleato degli Stati Uniti. Quindi, tutto dovrebbe filare liscio. Eppure la conversazione transatlantica avrebbe preso una brutta piega quando Trump ha criticato l’accordo in base al quale gli Stati Uniti dovrebbero accogliere 1.254 richiedenti asilo (in gran parte uomini provenienti da Iran, Afghanistan e Iraq), attualmente ospitati in due centri di detenzione nelle isole di Manus e Nauru. Trump avrebbe detto detto a Turnbull che accogliere quei rifugiati vorrebbe dire fra entrare negli Stati Uniti “i prossimi bombaroli di Boston”, con un riferimento all’attentato compiuto da due fratelli americani di origine cecena nell’aprile del 2013 sul percorso della Maratona di Boston, in cui morirono 6 persone.
La telefonata fra Trump e Turnbull doveva durare un’ora, invece si sarebbe chiusa bruscamente dopo soli 25 minuti. In seguito Trump ha scritto su Twitter: “Ci credete? L’amministrazione Obama si era accordata per prendere migliaia di immigranti illegali dall’Australia. Perché? Studierò questo stupido accordo!”.