«È un viaggio triste, andremo a vedere la più grande catastrofe dopo la seconda guerra mondiale», ha detto papa Francesco in aereo ai giornalisti volando verso Lesbo. E poi, appena sbarcato ha ringraziato «il popolo greco per la sua grande generosità».
Al premier Tsipras, con il quale ha avuto un incontro privato, il Papa ha ricordato il suo viaggio a Lampedusa e ha spiegato le ragioni della sua visita. Il premier greco, dal canto suo, ha sottolineato che bisogna intervenire per fermare le guerre nei Paesi d'origine dei migranti e che l'Europa non può costruire muri, ma deve dare dimostrazione di solidarietà. «Noi abbiamo accolto, nonostante la nostra austerità chi è arrivato da noi».
Ancora in volo il Papa aveva spiegato ai giornalisti che «nei viaggi apostolici si fanno tante cose, c'è sempre la gioia dell'incontro. Oggi no. E' un viaggio segnato dalla tristezza».
«Tanta gente che soffre», ha ricordato il Papa, che «non sa dove andare, ha dovuto fuggire. Andremo anche a un cimitero: il mare. Tanta gente è annegata».
«Lo dico», ha continuato il Papa, non per amareggiare ma perché il vostro lavoro possa trasmettere lo stato d'animo con cui faccio questo viaggio».
«I profughi non sono numeri, sono persone: sono volti, nomi, storie, e come tali vanno trattati», aveva twittato durante il volo. Ricordando anche, nel telegramma al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, l'impegno dell'Italia nell'accoglienza.