Amnesty, che continua a vigilare gli sviluppi nei Paesi coinvolti nella cosiddetta "primavera araba" del 2011, sostiene che il governo ad interim della Tunisia deve affrontare, come priorità urgente, "una radicale ristrutturazione delle forze di sicurezza". Le forze, cioè, che tra dicembre 2010 e gennaio 2011, furono responsabili della morte di almeno 300 persone (alle quali vanno aggiunti 700 feriti). Nel marzo scorso è stato sciolto il temuto Dipartimento per la sicurezza dello Stato, responsabile di molti abusi, nell'era di Ben Ali, tuttavia Amnesty teme che molti suoi membri siano stati integrati in altri corpi di sicurezza che agiscono in modo non trasparente. Restano ancora da processare diversi responsabili di violazioni dei diritti umani e, secondo Amnesty, "il governo non può evitare di dare verità e giustizia alle famiglie delle persone uccise e ferite".