In alto: Anne Hidalgo (seconda da destra), primo sindaco donna di Parigi, con i Premi Nobel per la pace Leymah Gbowee (prima da sinistra, 2011), Shirin Ebadi (seconda da sinistra, 2003) e Jody Williams (1997) durante la commemorazione dei 70 anni del voto alle donne in Francia, il 16 aprile 2014. Foto Reuters. Qui, sopra: Madre Teresa di Calcutta, Nobel per la pace nel 1979. Foto Ansa. In copertina, da sinistra: Leymah Gbowee, Tawakul Karman e Ellen Johnson-Sirleaf. Foto Ansa.
Tra il 1901 e il 2017 sono stati assegnati 585 Premi Nobel consegnati fisicamente a 923 persone. Solo 49 sono finiti nelle mani di una donna (cliccando qui si può leggere l'elenco completo redatto dal Comitato per i Premi Nobel). Marie Curie, scienziata di origini polacche, fu la prima e ne vinse due: per la fisica, nel 1903, e per la chimica, nel 1911. Marie apparteneva a una famiglia, quella dei Curie, appunto, che nel tempo s'è mostrata una vera e propria "macchina da Nobel". Colorata di rosa. La figlia Irene Curie, infatti, e suo marito Jean Frédéric Joliot, hanno vinto il Nobel per la chimica nel 1935. Henry Labouisse, il diplomatico che ha sposato l'altra figlia, Eva Denise Curie, ha ritirato un Nobel da parte dell'Unicef nel 1965.
Donna è il Nobel più giovane: la pakistana Malala Yousafzai, famosa per il suo impegno in difesa dei diritti civili delle donne, a partire dall'istruzione, cosa che la fece diventare un bersaglio dei talebani (il 9 ottobre 2012 è stata gravemente colpita alla testa da un commando salito a bordo dello scuolabus su cui tornava a casa) vinse il Premio per la pace nel 2014. Aveva 17 anni.
Nobel, donna, suora, santa: il 10 dicembre 1979, Madre Teresa di Calcutta ritirò il Premio per la pace nell'aula magna dell'Università di Oslo, in Norvegia, pronunciò un'appassionato discorso in cui, tra l'altro, citò l 'aborto come minaccia alla pace (celebre la frase: «Se una madre può uccidere suo figlio, chi impedisce agli uomini di uccidersi tra di loro?»), ma nel ricco buffet preparato dopo la cerimonia non prese neanche un salatino decidendo di devolvere tutto ai poveri. Una lezione di stile. L'ennesima.
Nel 1991, la birmana Aung San Suu Kyi non potè ritirare il riconoscimento per la pace: era in prigione; ora è al potere e c'è chi quel Premio lo vorrebbe indietro viste le ripetute violazioni dei diritti umani accertate a danno della minoranza islamica Rohingya. Rimane il fatto che nel 2003 Aung San Suu Kyisegna ha vinto anche un MTV Europe Music Award, che gli U2 le hanno dedicato il brano Walk on e che il regista Luc Besson ha girato un film su di lei, intitolato The Lady.
Rigoberta Menchú Tum, Premio Nobel per la pace 1992. Foto dell'agenzia Ansa.
Nel 1992 ancora riflettori puntati su minoranze perseguitate. Quell'anno, infatti, il Nobel per la pace venne assegnato alla guatemalteca Rigoberta Menchú Tum premiata per «i suoi sforzi a favore della giustizia sociale e della riconciliazione etno-culturale basata sul rispetto per i diritti delle popolazioni indigene». Il 2009 ha fatto registrare un record. E' stato l'anno in cui hanno vinto il Nobel più donne, ben cinque: per la chimica, la medicina (due vincitrici), letteratura ed economia.Nel 2011, fu la pace a registrare l'en plein; tre, le donne premiate: la yemenita attivista per i diritti civili Tawakkul Karman insieme alla presidente della Liberia Ellen Johnson Sirleaf e a un'altra liberiana, Leymah Gbowee.
Due, infine, le italiane tra i 19 connazionali che finora hanno vinto il Premio: Grazia Deledda, Nobel per la letteratura nel 1926, e Rita Levi Montalcini, Nobel per la medicina nel 1986.