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lunedì 09 settembre 2024
 
 

Matteo Renzi e il "fuoco amico"

05/07/2013  Temuto dai membri del Governo, perché può far crollare la "strana maggioranza". E osteggiato dai compagni di partito, che vedono il rischio di deragliamento. Lo strano destino di Matteo il rottamatore.

Tutti contro Matteo Renzi. Alla riunione del Partito Democratico, al Nazareno, non s’è parlato che del convitato di pietra, del rottamatore assente, del sindaco aspirante premier. Al punto che si preconizza persino un “correntone” anti-Renzi capace di appiattire forme e colori, come la notte per i gatti. Tutti contro questo “perdente di successo” (sconfitto alle primarie, cruciale nel partito, devastante come un virus per il vecchio apparato di matrice post-comunista).

Al punto da compiere un mezzo miracolo nel Pd: mettere d’accordo D’Alema ed Epifani, Marini e Fioroni, Bersani e la Bindi, Franceschini e Veltroni, ex democristiani ed ex comunisti, “giovani turchi” e fassiniani. Mezzo miracolo, s’è detto. Perché nonostante la compattezza, il caos resta immenso sotto il cielo del partito. La tregua armata di D’Alema con il fumantino sindaco di Firenze è finita da un pezzo (sono lontani i tempi in cui “baffino” si recò a Palazzo Vecchio per omaggiarlo e per siglare un patto: lui al Quirinale, Renzi a Palazzo Chigi). Renzi ha dichiarato guerra a tutti e sembra incombere sui delicati equilibri di potere di un partito che, paradossalmente, in questo momento è al Governo e ha vinto le amministrative. Ma più per inerzia politica che per capacità politica dei protagonisti.

Matteo Renzi, con la sua ostinata volontà di “outsider”, osannato più dalle folle che dai ranghi interni, di fautore del “tutto o niente” (segretario e premier, niente di meno) continua a essere un pericolo costante. Lo temono i ministri, che hanno paura che il Governo non regga alla forza d’urto dei renziani e faccia cadere questa strana maggioranza Pd-Pdl. E naturalmente lo temono i dirigenti, timorosi non solo di essere rottamati ma di vedere il partito deragliare verso un’area troppo contigua al Cavaliere. Più contigua ancora dell’attuale Governo (il che è tutto dire). Si andrà avanti così per tutta l’estate, fino al congresso di ottobre. E i programmi? E chi li ha visti: quella è roba da Prima Repubblica.

 
 
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