L’arcivescovo Joseph William Tobin lo aveva saputo aprendo il suo tablet al mattino presto. Centinaia i tweet e i messaggi arrivati da Roma. Un rapido sguardo al sito del Vaticano per rendersi conto che no, non era uno scherzo. Papa Francesco lo aveva nominato cardinale, senza che ne sapesse nulla in anticipo. Avrebbe ricevuto la porpora nel Concistoro del 19 novembre 2016.
«C’è chi lo ha saputo svegliato di notte da una telefonata, chi direttamente guardando l’Angelus in Tv, chi è stato avvisato da qualche familiare o amico, chi era nella savana, chi, dall’emozione, si è gettato il caffè addosso. Tutto questo mi ha incuriosito e sono andato a cercarmi “gli uomini di Francesco” in giro per il mondo per raccontare queste vite straordinarie nella loro normalità». Fabio Marchese Ragona, vaticanista di TgCom24, ne ha raggiunti 35, fra i 49 elettori, cioè tra quanti, al di sotto degli 80 anni, possono partecipare al Conclave che elegge il Papa. «Alcuni sono in zone talmente sperdute, senza collegamenti e accessi internet, che è difficile far arrivare anche una mail. Devo dire, però, che una delle caratteristiche di questi nuovi cardinali è proprio quella di padroneggiare abbastanza bene i nuovi mezzi di comunicazione. Alcuni li ho inseguiti per qualche mese, poi però le risposte in qualche modo sono arrivate».
Tutti gli uomini di Francesco (Edizioni San Paolo), il libro che Ragona porta in libreria in questi giorni, è uno spaccato della geografia del mondo e del pontificato di Bergoglio. «Scorrendo i nomi e le interviste si capisce che tipo di Chiesa Francesco sta disegnando. I suoi cardinali sono preti da strada, vicini alla gente, semplici. Hanno ovviamente grandi competenze, ma il loro tratto distintivo è l’umiltà. Tobin, per esempio, cardinale di Newark, negli Usa, continua a fare sollevamento pesi in palestra, Leopoldo José Brenes Solórzano, da cardinale di Managua, in Nicaragua, continua a portare capelli lunghi e jeans.
«Questo per fare solo qualche esempio. E per dire che il Papa ha scelto persone che sanno stare sul territorio e che sanno condividere la vita del loro popolo. Attraverso le loro storie racconto le sfide che la Chiesa affronta nei vari contesti mondiali».
Dal cardinale Pietro Parolin, il primo e il più giovane porporato nominato da Bergoglio segretario di Stato e dunque il suo collaboratore più stretto, Ragona si fa raccontare la riforma a cui Francesco sta lavorando fin dall’inizio del suo pontificato. Una riforma che ruota attorno a temi fondamentali: «La misericordia di Dio per tutti, la gioia di vivere e annunciare il Vangelo, la semplicità, l’attenzione prioritaria ai poveri, la solidarietà, la pace con la costruzione di ponti e non muri, la cura per la “casa comune”». Dal presidente della Cei, il cardinale Gualtiero Bassetti, arriva la spiegazione della frase tanto cara al Papa: «Essere pastori con l’odore delle pecore», che «è molto più che una bella citazione di papa Francesco imparata a memoria. È un dovere spirituale, una chiamata a una conversione profondissima da cui non si può fuggire». Una chiamata ad ascoltare e a guidare, in un Paese come l’Italia, dove il «linguaggio è più da osteria che da aula parlamentare» e che, invece, «ha assolutamente bisogno di ritornare a credere in sé stesso e anche di pensare laicamente e non solo cristianamente al bene comune».
Da Francesco Montenegro, cardinale di Agrigento, che continua ad andare in Vespa e a occuparsi di migranti, Ragona raccoglie la sfida di fermare le voci che cavalcano la paura e di far vedere che, come accade a Lampedusa, «la povertà e la solidarietà si sono abbracciate» dimostrando che «un nuovo mondo è possibile».
Un volume tutto da leggere per capire, attraverso la voce dei suoi uomini, chi è papa Francesco e, soprattutto, come sta camminando il suo sogno di una Chiesa povera per i poveri, di un mondo casa comune per tutti.