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lunedì 21 aprile 2025
 
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Credere

Tutto ciò che non è donato è perduto

15/12/2022  In questi giorni in cui siamo presi dall’ansia dei regali, dovremmo ripensare l’idea del dono a partire dallo sguardo di Dio. Che dona a chi non ha nulla e si fa povero per arricchirci della sua povertà

«Tutto ciò che non è donato è perduto». Sono queste, cari amici lettori, le parole di un proverbio indiano che l'autore del bestseller La città della gioia di Dominique Lapierre, scomparso pochi giorni fa, ha voluto fossero scritte sulla sua tomba. Conoscevo il libro (da cui è tratto anche un fortunato film), ma non conoscevo la vicenda di questo “novello Zaccheo”, uno scrittore-giornalista già affermato che s'imbatte, per il suo lavoro (doveva scrivere un libro sulle tensioni tra musulmani e hindu in India), nella realtà poverissima di Calcutta e, nel 1981, conosce Madre Teresa.

L'incontro con la santa e con i poveri più poveri, tra gli slum della megalopoli indiana, gli cambiò la vita, come lui stesso ha testimoniato: «Una donna in sari bianco bordato d'azzurro mi fa brutalmente comprendere che nella mia vita manca l'essenziale: l'amore per i poveri di Dio». Il ricco scrittore diventa così un instancabile benefattore, fondando diverse associazioni per aiutare i bambini di Calcutta e altri ancora nel mondo, a cui devolve i soldi guadagnati con i diritti dei libri e dei film tratti dai suoi scritti. Ho voluto ricordare la bella vicenda di Dominique Lapierre per attirare l'attenzione sul valore del dono. In questo periodo usiamo effettuare acquisti per fare un regalo alle persone cui teniamo: gesto certamente bello, perché ci ricorda che, senza il gesto del donare, la nostra vita è più triste e vuota. Ma dobbiamo anche ammettere che questo è un dono “tra pari”: facciamo un regalo e ne riceviamo uno a nostra volta.

E chi non riceve nulla? Chi è talmente “invisibile” da non avere l'attenzione di nessuno? Tra i valori costanti testimoniati dalla Bibbia, Antico e Nuovo Testamento, c'è proprio la condivisione con chi non ha un contraccambio da osare, con chi è indigente o in qualsiasi situazione di bisogno: ciò che oggi chiamiamo “solidarietà”. È un valore che rispecchia la “natura” di Dio, che secondo il Salmo sta nell'alto dei cieli ma si china sulla terra e si prende cura degli uomini. I padri della Chiesa parlano della “divina filantropia” che appare in Gesù Cristo: lui, incarnandosi, ha preso ciò che è nostro (l'umanità, con la sua fragilità e il suo limite) per donarci ciò che è suo (la “natura ” divina o l'adozione a figli): un dono spropositato, tanto che i padri della Chiesa parlano di admirabile commercium (miracoloso scambio).

Il “Ricco” si fa povero per arricchirci della sua ricchezza (parola di san Paolo). Sicuramente, cari amici, abbiamo occasioni per essere solidali e vicini a qualche persona bisognosa, un parente dimenticato, un povero sulla strada… Non dimentichiamocene. Noi di Credere, da parte nostra, come ogni anno desideriamo esprimere la nostra vicinanza agli anziani più soli che non possono permettersi l'acquisto di una rivista regalando loro un “abbonamento solidale” e invitiamo anche voi, cari amici, a contribuire, secondo le possibilità (per indicazioni: chiamare lo 02-48.02.75.75 o scrivere ad abbonamenti@stpauls.it): perché a quanti più possibile giunga un segno di affetto e vicinanza.

Grazie di cuore! 

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