Il patriarca Filaret benedice i soldati ucraini (Reuters).
Chi ha seguito il dipanarsi della crisi in Ucraina, fin dalle prime manifestazioni di protesta di un anno fa, ha notato la presenza e la partecipazione agli eventi dei religiosi ortodossi, secondo le stesse linee di divisione che hanno provocato la guerra civile.
In Ucraina, infatti, esistono due Chiese ortodosse fieramente rivali: la Chiesa ortodossa russa - Patriarcato di di Mosca e la Chiesa ortodossa ucraina - Patriarcato di Kiev. Già le denominazioni indicano chiaramente le rispettive fedeltà: la prima legata alla Chiesa ortodossa russa e fedele alla guida del patriarca Kirill, la seconda nazionalista e autonoma, guidata fin dal 1995 dal patriarca Filaret. La prima più difusa e seguita nelle regioni russofone e russofile dell'Ucraina dell'Est (ove appunto si combatte), l'altra saldamente insediata nella parte centrale del Paese.
Già così la situazione si presenta come conflittuale, anche perché si tratta di realtà importanti: ha 46 diocesi la Chiesa ortodossa fedele a Mosca e 40 quella nazionalista. Ma le cose si complicano ulteriormente per la continua mescolanza di stanze religiose e questioni politiche. La Chiesa ortodossa ucraina - Patriarcato di Kiev è guidata dal metropolita Filaret Denysenko che era, a suo tempo, il capo della Chiesa ortodossa ucraina fedele a Mosca. In quella veste, Filaret si mostrò sempre molto deciso nel combattere le spinte nazionalistiche ucraine, dentro e fuori il mondo ecclesiale.
La grande svolta avvenne nel 1990, alla morte del patriarca Pimen, leader della Chiesa ortodossa russa. Filaret era tra i candidati alla successione ma fu sconfitto da Alessio II. Filaret tornò in Ucraina ed ebbe quasi subito l'occasione per una rivincita: nel 1991, infatti, l'Ucraina divenne indipendente sotto la guida di un presidente, Leonid Kravchuk, che doveva (anche lui!) farsi perdonare la lunga fedeltà a Mosca, visto che era stato l'uomo del Partito comunista in Ucraina.
Kravchuk prese a spingere sul pedale del nazionalismo e Filaret ne approfittò per decidere lo strappo da Mosca, fondando appunto la Chiesa ortodossa russa- Patriarcato di Kiev. Da allora, in questa mescolanza di rivincite personali, politiche ed etniche, le due Chiese sono state fieramente rivali.
Negli ultimi eventi, naturalmente, Filaret e i suoi hanno sposato la causa di Euromaidan e del cambio di regime, mentre la Chiesa ortodossa ucraina - Patriarcato di Kiev, chiaramente in imbarazzo, ha puntato sui richiami all'unità del Paese nel segno dell'antica tradizione ortodossa. Nel luglio dell'anno scorso il patriarca di questa Chiesa, Vladimir, è morto a 78 anni dopo una lunga malattia, ed è stato sostituito dal metropolita Onufry di Kiev. Il nuovo Patriarca, peraltro, si è più volte espresso affinché la Russia restituisca all'Ucraina la penisola di Crimea, occupata con le armi dalle truppe del Cremlino.