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lunedì 14 ottobre 2024
 
udienza generale
 

Il Papa: «Vergogna e dolore per gli abusi in Francia»

06/10/2021  Francesco, nel corso dell'udienza generale, chiede di nuovo perdono alle vittime degli abusi e dice tutta la sua vergogna e quella della Chiesa per non aver ascoltato prima il grido di chi è stato abusato. Il Pontefice parla anche della libertà, che si fonda sul dono e sulla verità, che è un camino faticoso, ma che rende felici.

«A Dio la gloria. A noi la vergogna». Papa Francesco parla del rapporto consgenato all’episcopato francese sui casi degli abusi nel Paese compiuti dagli anni Cinquanta in poi. Esprime il suo dolore e la vergogna personale e collettiva per non essere stati in grado di proteggere i minori e chiede all’episcopato di fare di tutto perché la Chiesa torni a essere «casa accogliente e sicura per tutti».

Durante l’udienza generale, prima di affrontare il tema degli abusi, il Papa aveva spiegato la lettera ai Galati di San Paolo sul tema della libertà. Una libertà che si fonda su due pilastri: il dono e la verità. E che è sempre faticosa. C’è la tentazione di farsi irretire da chi promette libertà e invece ci riduce in schiavitù

«La libertà è un tesoro che si apprezza realmente solo quando la si perde», spiega il Pontefice. «Per molti di noi, abituati a vivere nella libertà, spesso appare più come un diritto acquisito che come un dono e un’eredità da custodire. Quanti fraintendimenti intorno al tema della libertà, e quante visioni differenti si sono scontrate nel corso dei secoli!».

Ma il testo di Paolo è chiaro. La libertà è solo in Cristo che ci ha riscattati dalla «schiavitù del peccato, del legalismo e così via. Invita quindi i cristiani a rimanere saldi nella libertà che hanno ricevuto col battesimo, senza lasciarsi mettere di nuovo sotto il “giogo della schiavitù”».

Paolo è geloso della libertà. «È consapevole che alcuni “falsi fratelli” si sono insinuati nella comunità per “spiare – così scrive – la nostra libertà che abbiamo in Cristo Gesù, allo scopo di renderci schiavi”». E predica perché questo non accada. L’apostolo richiama l’insegnamento di Gesù e il concetto della verità che rende liberi.«La libertà cristiana, quindi, si fonda su due pilastri fondamentali: primo, la grazia del Signore Gesù; secondo, la verità che Cristo ci svela e che è Lui stesso. Anzitutto è dono del Signore».

Che si è fatto crocifiggere per questo. «In quell’atto di suprema unione con il Signore egli sa di avere ricevuto il dono più grande della sua vita: la libertà. Sulla Croce, infatti, ha inchiodato “la carne con le sue passioni e i suoi desideri”».

Il secondo pilastro è la verità. «Anche in questo caso», dice il Papa, «è necessario ricordare che la verità della fede non è una teoria astratta, ma la realtà di Cristo vivo, che tocca direttamente il senso quotidiano e complessivo della vita personale. La libertà rende liberi nella misura in cui trasforma la vita di una persona e la orienta verso il bene. Per essere davvero liberi abbiamo bisogno non solo di conoscere noi stessi, a livello psicologico, ma soprattutto di fare verità in noi stessi, a un livello più profondo. E lì, nel cuore, aprirci alla grazia di Cristo. La verità ci deve inquietare, ci deve porre continuamente delle domande, affinché possiamo andare sempre più al fondo di ciò che realmente siamo. Scopriamo in questo modo che quello della verità e della libertà è un cammino faticoso che dura tutta la vita», ma è il «cammino della felicità».

 
 
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