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sabato 14 settembre 2024
 
udienza
 

"Lo Spirito Santo è dinamite"

29/05/2019  Papa Francesco comincia la catechesi sugli Atti degli Apostoli, che racconta "il viaggio del Vangelo nel mondo" e spiega la forza dinamica dello Spirito Santo che ci aiuta ad avere la pazienza di attendere i passi del Signore, di non voler "fabbricare" noi la sua opera e di rimanere docili pregando e coltivando l’arte della comunione ecclesiale.

Terminata la catechesi sul Padre Nostro, papa Francesco, nelle udienze generali del mercoledì, comincia la spiegazione sugli Atti degli apostoli, il libro biblico scritto da San Luca. Bergoglio ne parla come del libro che racconta il «viaggio del Vangelo nel mondo». L’evangelizzazione, che non può prescindere dallo Spirito Santo. Parola di Dio e Spirito Santo sono «i protagonisti degli Atti», «sono proprio una “coppia” vivace ed efficace: la Parola e lo Spirito».

Lo spirito Santo, spiega il Papa, è dinamico, cioè ha la forza della dinamite con la quale riesce a  «purificare la parola e renderla apportatrice di vita. Per esempio», dice Bergoglio, «nella Bibbia ci sono parole, ci sono storie umane. Ma qual è la differenza tra la Bibbia e un libro di storia? Che le parole della Bibbia sono prese dallo Spirito Santo il quale gli dà una forza molto grande , una forza diversa e ci aiuta a che quella parola sia seme di santità, sia seme di vita, sia efficace. Quando lo Spirito visita la parola umana essa diventa dinamica, dinamica come “dinamite”, capace cioè di accendere i cuori e di far saltare schemi, resistenze e muri di divisione, aprendo vie nuove e dilatando i confini del popolo di Dio. E questo lo vedremo nel percorso di queste catechesi, cosa succede nel libro degli atti degli apostoli».

Lo Spirito Santo gioca un ruolo essenziale per i cristiani perché solo per mezzo di Lui, «il Figlio di Dio è stato generato». È «lo Spirito che lo ha unto e sostenuto nella missione; lo Spirito grazie al quale ha scelto i suoi apostoli e che ha garantito al loro annuncio la perseveranza e la fecondità, come le garantisce oggi anche al nostro».

Il Vangelo si conclude con la risurrezione e l’ascensione di Gesù. E gli Atti degli apostoli partono proprio da qui, dal momento in cui Gesù «si mostrò … vivo, dopo la sua passione, con molte prove, durante quaranta giorni, apparendo … e parlando delle cose riguardanti il regno di Dio». Gesù, ricorda il Papa, «compie gesti umanissimi, come il condividere il pasto con i suoi, e li invita a vivere fiduciosi l’attesa del compimento della promessa del Padre: qual è la promessa del Padre? “Sarete battezzati in Spirito Santo”».

Un battesimo che ci permette di «entrare in una comunione personale con Dio e di partecipare alla sua volontà salvifica universale, acquistando la dote della parresia, il coraggio, cioè la capacità di pronunciare una parola “da figli di Dio”, non solo da uomini, ma da figli di Dio una parola limpida, libera, efficace, piena d’amore per Cristo e per i fratelli».

Bergoglio ricorda che «non c’è dunque da lottare per guadagnarsi o meritare il dono di Dio. Il Signore da tutto gratis, gratuitamente, la salvezza non si paga, è un dono gratuito. Tutto è dato gratuitamente e a suo tempo. Dinanzi all’ansia di conoscere anticipatamente il tempo in cui accadranno gli eventi da Lui annunciati, Gesù risponde ai suoi: “Non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere, ma riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini della terra”».

Gesù invita i suoi, e oggi anche noi, a «non vivere con ansia il presente, ma a fare alleanza con il tempo, a saper attendere il dipanarsi di una storia sacra che non si è interrotta ma che avanza, va sempre avanti, a saper attendere i “passi” di Dio, Signore del tempo e dello spazio. Il Risorto invita i suoi a non “fabbricare” da sé la missione, ma ad attendere che sia il Padre a dinamizzare i loro cuori con il suo Spirito, per potersi coinvolgere in una testimonianza missionaria capace di irradiarsi da Gerusalemme alla Samaria e di travalicare i confini di Israele per raggiungere le periferie del mondo».

E in questa attesa bisogna essere uniti. Gli Apostoli, nel cenacolo, vivono insieme in preghiera. Così attendono «la forza, la dýnamis di Dio». La attendono «pregando con perseveranza, come se non fossero in tanti ma uno solo. Pregando in unità e con perseveranza. È con la preghiera, infatti, che si vince la solitudine, la tentazione, il sospetto e si apre il cuore alla comunione. La presenza delle donne e di Maria, la madre di Gesù, intensifica questa esperienza: esse hanno imparato per prime dal Maestro a testimoniare la fedeltà dell’amore e la forza della comunione che vince ogni timore».

Infine, il Papa sintetizza la sua catechesi in tre passaggi: la pazienza di attendere i passi del Signore, il non voler “fabbricare” noi la sua opera e il rimanere docili pregando, invocando lo Spirito e coltivando l’arte della comunione ecclesiale.

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