Ci mancavano anche i secessionisti veneti, non avessimo abbastanza problemi. I carabinieri del Ros di Brescia hanno eseguito 24 ordini di custodia cautelare - 16 delle quali in Veneto - , e 33 perquisizioni, a carico di un gruppo di persone accusate di terrorismo ed eversione del sistema democratico, oltre che di fabbricazione di armi. Gli arresti riguardano numerosi veneti che militano tra le file del movimento indipendentista, tra gli indagati anche un leader dei Forconi, e un ex deputato, l'ex leader della Liga veneta Franco Rocchetta. Hanno persino trovato un carrarmato rudimentale, con tanto di cannoncino da 12 millimetri, come il famigerato Tanko dei quattro secessionisti (due dei quali sono stati arrestati nuovamente oggi) del commando che salì sul campanile di San Marco nel 1997. L'epicentro, sempre secondo quanto si è appreso, sarebbe Casale di Scodosia, nel Padovano, dove sarebbe stato trovato il nuovo Tanko.
Ma durante le fasi di montaggio c'erano stati problemi di calibratura e di recupero dei pezzi per la sua costruzione. Nessuno vuole attenuare la gravità della cosa. Tra l'altro secondo le indagini il gruppo si accingeva a comperare armi. Ma come si può definire uno che nel 2014 si mette a costruire un carrarmato artigianale con un cannoncino da 12 millimetri perché vuol dichiarare guerra all’Italia? Uno che ha ceduto un po’ troppo all’alcol? Uno un leggermente invasato? Uno un po’ picchiatello, come certe figure di Paese che fanno la spola tra il bar e la piazza? E invece prepariamoci ad ascoltare lunghe analisi sul malessere che viene dal Nordest, sui segnali di disagio che possono tramutarsi in terrorismo e violenza, lotta armata, insurrezione, guerra civile. Verremo invasi da programmi televisivi, talk show, reportage, instant-book, e-book, inchieste, docu-film sulla dannata voglia di indipendentismo del popolo del Veneto. Verrà tutto rimesso in circolo e collegato al referendum on line, un po' farlocco, sulla secessione del Veneto (si è scoperto che non erano due milioni di clic, sbandierati dal comitato promotore, bensì poco più di 100 mila, tra cui un 10 per cento provenienti dal Cile, noto Paese indipendentista veneto). Ci sarà pure chi definirà questi signori un po' confusi degli eroi dell’indipendentismo e non degli invasati. E ci dimenticheremo, per qualche attimo, che siamo un Paese in cui la disoccupazione giovanile ha superato il 40 per cento.