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domenica 06 ottobre 2024
 
 

Un clic per coordinare gli angeli del fango

23/05/2015  L’idea è semplice ma potrebbe rivelarsi preziosa: coordinare i volontari in modo che rispondano al meglio alle richieste di aiuto nei casi di emergenza, come le alluvioni o i terremoti. Come farlo, nell’epoca degli smartphone? Con una app. Così è nata Community SOS, ideata da un giovane antropologo ravennate, dopo che aveva “vissuto sulla pelle” le difficoltà di coordinamento in occasione della recente alluvione a Senigallia. Ecco come funziona.

Il progetto è partito da un giovane antropologo, il ravennate Jacopo Muti, e oggi coinvolge una equipe di ricercatori. Si chiama Community SOS e consiste in una app con cui sarà possibile coordinare l’offerta e la domanda di aiuto rivolta ai volontari nelle emergenze dovute alle calamità naturali.

«Con un piccolo strumento, contribuiamo a motivare le persone a dare il meglio di sé e a sostenersi a vicenda», hanno spiegato  i promotori. «Il nostro obiettivo non è quello di sostituire l’aiuto istituzionale ma quello di aiutare le persone e le istituzioni stesse, organizzando la forza genuina e spontanea della Comunità».

Avere un quadro della situazione, casa per casa, con in più gli strumenti per indirizzare con precisione i volontari può fare davvero la differenza, soprattutto nelle giornate della prima emergenza. Proprio Jacopo se ne è reso conto sulla sua pelle, quando ha prestato servizio come volontario durante la recente alluvione di Senigallia. Il rischio, anche in quella occasione, era quello di disperdere energie preziose concentrando magari gli aiuti in un’unica zona, oppure non avere le idee sufficientemente chiare sui prodotti utili ­– indumenti, vettovaglie, detersivi – da fare arrivare alle persone coinvolte.

«Chiunque gestisca l’emergenza ha la possibilità di monitorare e guidare i volontari»

«L’aiuto istituzionale riguarda le situazioni in cui sono in pericolo la vita o la salute», continua. «Il nostro strumento di supporto servirà per le questioni più pratiche per tornare alla normalità, come sbarazzarsi di mobili, lavare pareti, liberarsi dal fango, segnalare situazioni critiche».

E così più o meno un anno fa, a Senigallia, Jacopo si è trovato a inventare, strutturare e far funzionare un laboratorio di gestione volontari, l’ embrione di questo progetto. Community SOS quindi è un sistema multipiattaforma ­– ovvero che gira su IOS, Android e Windows – che, molto semplicemente, incrocia le necessità dei colpiti dal disastro e le disponibilità dei volontari. Ne viene fuori un’applicazione web-based che sfrutta mappe on line e social network e che funziona su smartphone, tablet e computer ma anche con i cellulari di prima generazione, dato che la piattaforma può essere operativa anche senza connessione internet sfruttando un sistema parallelo su sms.

Il progetto fa leva sul senso di appartenenza alla comunità che si viene a creare dopo un disastro. «In questo modo», aggiunge Jacopo, «chiunque gestisca l’emergenza ha la possibilità di monitorare e guidare i volontari».

Tutte le info sono sul sito www.communitysos.org.

 
 
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