Il patrimonio artistico delle chiese italiane è inestimabile. Oltre alle chiese e ai conventi più noti, ci sono migliaia di piccole realtà che necessitano di interventi urgenti per scongiurare il lento e inesorabile declino imposto dal passare del tempo. A Bergamo la piccola comunità composta da nove suore dell’Ordine delle Sacramentine vive in un convento che data le sue origini alla fine del 1200, all’interno del quale c’è la chiesa di San Nicolò ai Celestini. Inseriti di recente tra i candidati luoghi del Fai (Fondo per l’ambiente italiano) per la bellezza dei due chiostri e degli affreschi, il convento e la chiesa hanno bisogno urgente di restauri alla struttura. La comunità di suore, tutte molto anziane, naturalmente non è in grado di far fronte a queste opere. Per sensibilizzare privati e istituzioni e far conoscere la bellezza di questi luoghi che rischiano di scomparire, il poeta e promotore culturale Alessandro Bottelli, che da anni organizza eventi musicali nelle chiese della Bergamasca e che vive nel borgo di Santa Caterina dove sorge il convento, ha inserito un appuntamento musicale proprio all’interno della chiesa di San Nicolò ai Celestini domenica 22 gennaio, evento che fa parte di I colori dell’aria, progetto concertistico nato per valorizzare, grazie a brani strumentali creati ad hoc da compositori professionisti, il patrimonio artistico-culturale del territorio. I brani eseguiti dai quattro componenti del Vagues Saxophone Quartet sono ispirati a tre affreschi conservati nella chiesa dei Celestini. Il concerto è dedicato alla memoria di Giuseppe Anghileri, appassionato cultore delle vicende bergamasche. A raccontarci la storia del convento e della chiesa è una delle anziane suore che preferisce rimanere anonima. Tutto risale al 1294 durante il brevissimo pontificato di papa Celestino V. Dove sorge Bergamo Bassa era tutta campagna e uno dei proprietari di quei terreni era il cardinale Guglielmo Longo, amico e collaboratore di Celestino V a cui chiese l’autorizzazione per far erigere un convento di una congregazione maschile. Il Papa diede il suo benestare e da qui il nome Celestini. Risale a quel primo nucleo il meraviglioso chiostro piccolo che fa ancora parte della struttura attuale del convento. Nel tempo ci sono stati tanti ampliamenti: il chiostro grande, per esempio, è una delle prime testimonianze del Rinascimento bergamasco. I monaci celestini fecero numerose opere di bonifica nel territorio, contraddistinto da terreni ricchi di acqua. Furono realizzate rogge, strade, ponti. Dopo l’invasione napoleonica, per un breve periodo il convento divenne un seminario per la formazione dei futuri sacerdoti. Poi il complesso fu gestito dal Comune che lo trasformò, alla fine del 1800, in un ospedale per la cura delle malattie respiratorie dei bambini. Proprietario dei terreni dove sorge il convento era Ludovico Goisis, che acquistò dal Comune il monastero per farne un’opera pia in memoria della moglie scomparsa. Ecco quindi che nel 1938 vi si insediarono le suore Sacramentine, che allora si occupavano di accogliere bambine abbandonate. Con il passare degli anni la comunità di suore si è ridimensionata fino ad arrivare alle attuali nove consorelle. In collaborazione con la parrocchia, la chiesa è attiva con una Messa giornaliera alle 18 e una domenicale alle 7.30. I danni alla struttura sono sempre più gravi: una trave del tetto è spezzata e per motivi di sicurezza quella zona è chiusa al pubblico. Così anche il chiostro piccolo ha una grossa crepa e si è addossato al chiostro grande. Sono stati fatti i necessari sopralluoghi, ma risanare i danni richiede ingenti capitali di cui le suore non dispongono e finora non si sono trovati finanziatori. Anche i pregevoli affreschi della chiesa si stanno deteriorando e necessiterebbero di un sapiente restauro. Il concerto del 22 gennaio è solo un primo passo. Spiega Alessandro Bottelli: «In tal modo si intende dare al pubblico la possibilità di apprezzare sotto una luce completamente diversa – quella del linguaggio dei suoni – opere di notevole fattura e pregio iconografico, spesso di autori anonimi e, nella maggior parte dei casi, relegate ai margini dei grandi flussi turistici».
Durante il concerto del 22 gennaio alle 16, e in replica alle 19, nella chiesa di San Nicolò ai Celestini (media partner Avvenire, Corriere della Sera, Famiglia Cristiana e il settimanale online della Diocesi di Bergamo), si esibiranno i Vagues Saxophone Quartet (Andrea Mocci, Francesco Ronzio, Mattia Quirico, Salvatore Castellano), di cui è appena uscito il primo disco per l’etichetta Da Vinci. Oltre a eseguire brani di Johann Sebastian Bach e Astor Piazzolla, tre nuovi lavori ispirati a tre differenti affreschi conservati nella chiesa. Ingresso libero con offerta. Per prenotazioni: 388 58 63 106