Caro don Antonio, è proprio vero che
siamo tornati indietro sulle conquiste
della civiltà umana e sul rispetto
della dignità della persona. I tempi
della schiavitù sembravano lontani
anni luce, e invece siamo ricaduti in
una nuova forma di schiavismo, qual è quella
degli uomini ricchi che pensano di poter comprare
il corpo delle donne, non solo per abusarne
fisicamente, ma anche per violentarle
spiritualmente e moralmente.
Siamo arrivati al punto che sono disposti
a rubare anche pezzi del loro Dna, contrabbandandolo
come atto di amore, quando si
tratta solo di schiavitù. Ve la immaginate una
donna californiana che vende un proprio ovulo,
che viene fecondato dal seme di uno sconosciuto,
e poi impiantato nell’utero di una
seconda donna indonesiana, che lo porta in
grembo per nove mesi, per poi venderlo appena
nato? E lo chiamano amore!
Questi signori non hanno proprio il concetto
di donazione all’altro, di maternità e
paternità condivisa, di trasferimento e fusione
dei caratteri genetici dei due genitori (madre
e padre) in un afflato “naturale” talmente
perfetto che potremmo definirlo “divino”. Tutto
ciò, invece, viene ritenuto superfluo, scavalcabile,
solo grazie al contenuto del proprio
portafoglio. E lo chiamano amore!
E dopo nove mesi trascorsi nel grembo
materno, con tutti i “legami naturali” che si
creano tra la partoriente e il nascituro, arriva
qualcuno ricco, e solo perché ricco, strappa il figlio dalle braccia materne, gli impedisce di
nutrirsi al seno della propria madre, e se lo
trascina al di là dell’Oceano per realizzare uno
“sfizio” di prepotente egoismo. E continuano a
chiamarlo amore.
Invece, è solo schiavismo. Al confronto, i
negrieri dei secoli scorsi corrono il rischio di
essere riabilitati, e saranno contenti di aver
trovato eredi nel terzo millennio. Quale soddisfazione
può nascere dal sentirsi chiamare
“papà”, se quell’appellativo ricorderà un atto
di sopraffazione sica, psichica e morale,
perpetrato su donne povere e bisognose. E
anche su un bimbo che già nasce orfano di madre,
travolto dalle voglie di chi, diventato ricco,
se ne frega della dignità e della libertà di coloro
che ha reso schiavi, scordandosi che essi non
sono altro che dei poveri proletari. È un vero e
proprio “sfruttamento della persona e della
dignità umana”, effettuato da pseudo paladini
dei diritti civili. Sempre più ci convinciamo
che le parole dei nostri politici sono pura ipocrisia
per ingannare la gente.
FRANCESCO G.
Chi sostiene l’adozione anche per le coppie
omosessuali dice che è un bene per i
bambini del mondo. Ma la realtà mostra
che si utilizza la maternità surrogata
(utero in aftto), per di più accompagnata da
pratiche di tipo eugenetico. È quello che hanno
fatto diverse coppie gay. Non sono andati a
prendersi i bimbi che fuggono dalla guerra o
quelli che vivono nei tristi orfanotrofi di tanti
Paesi dell’Est Europa. Sono andati a comprarsi
l’ovulo di una donna e ad afttare l’utero di
un’altra, ammettendo di aver speso più di centomila
euro. Tutto ciò assomiglia più a un privilegio
che a un diritto. Inoltre, nel contratto
con le donne che si sono prestate a queste pratiche,
è stato loro imposto di rinunciare ai propri
diritti sia naturali sia civili, qualora avessero
avuto qualche ripensamento e avessero voluto
tenersi il bambino. E, allora, io mi chiedo: possiamo
sacricare sull’altare dei moderni diritti
civili la dignità della donna, la lotta alla
mercificazione e all’alienazione del suo corpo?
GIANCARLO S.
Trovo vergognoso, e umanamente innaturale,
quello che sta succedendo. La scelta
di Nichi Vendola è puro egoismo, perché
lui non pensa al bene del bambino e al
suo intimo bisogno di avere un padre e una
madre veri, che lo aiutino a crescere con uno
sviluppo corretto della propria personalità, individualità
e autostima. Dopo l’approvazione
delle unioni civili, si sta preparando la via alle
adozioni per le coppie omosessuali. È inutile
esultare, cari cattolici al governo, di essere riusciti
a togliere dal decreto Cirinnà l’articolo sulle
adozioni. Era normale che, uscito dalla porta,
sarebbe rientrato dalla finestra. Addirittura,
perché ce lo chiede l’Europa! Cari onorevoli,
potevate votare no alla fiducia. Ma l’attaccamento
alla poltrona è più importante della coscienza
personale! Il mondo è confuso perché
noi siamo confusi. Abbiamo bisogno di verità.
EUGENIA B.
Un bambino va sempre
accolto e non si
può non gioire per
la sua esistenza.
Ciò non ci esime,
però, dal fare una
riflessione sull’adozione da
parte di coppie omosessuali
– perché è di questo che stiamo
parlando – attraverso la
maternità surrogata o l’utero
in affitto. La scienza ha fatto
grandi progressi, ma non tutto
ciò che è scientificamente
possibile lo è altrettanto dal
punto di vista etico. La vita è
fin troppo sacra perché possiamo
metterci le mani sopra
con tanta leggerezza e superficialità.
Il dibattito sulle unioni
civili ha manifestato tutta
la sua ipocrisia e ambiguità.
Pur di approvare la legge in
tempi rapidi e attribuirsene
il merito, s’è stralciata l’adozione
delle coppie gay. Ma
quel che è uscito dalla porta
(e che l’opinione pubblica,
al settanta per cento, non
accetta), ora lo si vuole far
rientrare dalla finestra.Vera
schizofrenia politica.
È, infatti, alquanto sospetta
questa improvvisa
attenzione per i bambini,
solo perché ora sono in gioco
gli interessi e i desideri degli
adulti, che vogliono un figlio a ogni costo. Ma chi ora
chiede la riforma dell’adozione
per permettere a single e
coppie omosessuali di poter
adottare, dov’era quando le
famiglie si battevano per facilitare
l’accoglienza di piccoli
abbandonati? E perché non
c’è la stessa mobilitazione
politica e dei mass media a
favore di un milione e duecentomila
famiglie con figli
sotto la soglia di povertà? Sui
bambini non si scherza.