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venerdì 18 aprile 2025
 
 

Un figlio sì, ma senza sfide alla natura

07/08/2013  Alla maternità si arriva sempre più tardi. Anche perché ci fanno credere che si possa avere un figlio a qualunque età. Per esempio affidandosi alla fecondazione assistita. Ma a volte le sofferenze sono maggiori delle gioie.

Le donne che partoriscono tra i 35 e i 44 anni superano quelle che mettono al mondo un figlio tra i 25 e i 34 anni. Sono i dati resi noti dalla Clinica Mangiagalli di Milano e le percentuali non lasciano dubbi: 48,4% contro 44,7%. Anche se si in questa ricerca si parla di donne ancora giovani e in età fertile è comunque il segno di una tendenza a non seguire i tempi della natura per mettere al mondo un figlio (l'età giusta non è certo quarant'anni) ma piuttosto posticipare questo momento senza mettere in conto la possibilità di avere difficoltà a generare. Questo perché il messaggio che la società trasmette è molto diverso: "Potrai avere un figlio come e quando lo vorrai".

Infatti quando una donna matura diventa mamma le cronache ne parlano e le riviste patinate ci fanno le copertine. La donna famosa, dello spettacolo e non solo, che riesce a mettere al mondo il primo figlio a 50 anni e oltre, spesso ricorrendo a tecniche o manipolazioni da laboratorio, nel nostro Paese sembra quasi un'eroina. Ha sfidato la natura e ha ottenuto cio che voleva: un figlio. Il messaggio è chiaro. Chiunque può farcela. La legge italiana pone, secondo alcuni, troppi paletti ma magari andando all'estero tutto questo si può aggirare... In fondo che c'è di male a  volere un figlio "ad ogni costo"?

Dietro a tutto questo, che è solo apparenza e superficialità, c'è anche il dolore delle tantissime coppie sterili o con problemi di fertilità che sperano di poter ottenere, grazie alla scienza e alla medicina, ciò che sembra impossibile. La loro sofferenza è enorme e c'è chi ci specula illudendole che basta un laboratorio e una provetta per superare tutte le difficoltà.

Ma i dati e le esperienze parlano di altro. Delle percentuali di successo della fecondazione assistita che, guardando i dati reali e non quelli pubblicitari, sono basse (si aggirano intorno al 20%) ma soprattutto dell'enorme spesa emotiva che le donne devono mettere in conto quando intraprendono questo cammino che  anche a livello fisico, è giusto ricordarlo, non è una passeggiata. Ma i  sorrisi delle dive in copertina non lo raccontano.

E' il concetto del figlio come diritto, un modo di pensare sempre più diffuso che accomuna l'avere un bambino al diritto di avere un lavoro, le cure mediche, una casa...
Il figlio è sicuramente, invece, la più grande fortuna che un uomo e una donna possano avere ma perché deve avvenire per forza attraverso procreazioni o una maternità indotte con mezzi a volte illeciti o cure devastanti per un essere umano.

Il progetto di un figlio ha il suo fine anche nelle bellissime storie di adozioni o affidi che tutti conosciamo. Ma non sono storie da copertina.

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