L'ultima manifestazione Sì Tav, a Torino, il 12 gennaio 2019. Foto Ansa. In alto e in copertina: immagini del cantiere Tav a Chiomonte, in Val Susa, in provincia di Torino. Fotoreportage dell'agenzia di stampa Reuters datato 19 novembre 2018.
In Val Susa il "day after" non consegna alle cronache nulla di particolare. L’alba in cui sul sito ufficiale del Mit è apparsa la tanto attesa “analisi costi benefici” sulla Tav Torino-Lione non è stata diversa da tante altre albe che l’hanno preceduta. E così la successiva. Nulla di nuovo sotto il sole, insomma; i pronostici sono stati rispettati. Gli umori, quelli sì, sono variabili a seconda delle posizioni anche perché, da queste parti, il pensiero “no tav” non è più l’unico sulla piazza e, poco per volta, in questi anni, si sono fatte un po’ di spazio anche le posizioni “filo tav”. Insomma, di acqua sotto i ponti della Dora ne è passata tanta da quel 2005 che, con le proteste di Venaus, vide trasformarsi una protesta “locale” in una questione nazionale. Insomma, il clima è cambiato anche se almeno in apparenza sembra ancora prevalere l’opinione contraria alla grande opera.
Opinione che si è fatta sentire fin dalle prime ore successive alla pubblicazione dell’analisi sui siti del Movimento No tav: “Noi il risultato –proseguono -lo abbiamo chiaro da tempo, da quando quasi 30 anni fa iniziammo ad opporci ad un’opera inutile, dannosa, nel tempo imposta con la forza, ed il risultato è sempre stato chiaro:” E ancora: “Mentre leggiamo con attenzione l’analisi, vogliamo portarci avanti e chiediamo da subito la smilitarizzazione del cantiere e delle vie ed aree d’accesso alla Val Clarea; la rimozione dei vertici di Telt e dell’Osservatorio.”
Posizione non tanto diversa da quella della maggioranza dei Comuni della bassa Valle di Susa (da Susa ad Avigliana, per capirci) che si sono chiamate fuori dai tavoli di confronto dell’Osservatorio Tecnico presieduto prima da Mario Virano e poi da Paolo Foietta.
A favore dell’opera, invece, quasi tutti i Comuni dell’Alta Valle di Susa, da Gravere e Chiomonte in su fino a Bardonecchia e Sestriere che vedono nella Tav un’opportunità per il turismo. Per Maurizio Beria d’Argentina, sindaco di Sauze di Cesana “se la linea attuale venisse liberata dal traffico merci potrebbe diventare una metropolitana tra la valle di Susa e Torino. Mentre la linea ad alta velocità-capacità sarebbe capace di attrarre sui luoghi del turismo invernale dell’alta valle (attraverso Torino e la Stazione internazionale di Susa) e della vicina Francia migliaia di persone”
Ma nell’occhio del ciclone, in questi anni, c’è stato soprattutto Chiomonte, teatro degli scontri del 2013, poi dello scavo del tunnel geognostico della Maddalena e (sempre che si faccia) del cantiere di scavo del tunnel internazionale sul fronte italiano.
Qui c’è da registrare la posizione del sindaco Silvano Ollivier (favorevole all’opera) che minaccia: “Se la Tav verrà bloccata il Comune di Chiomonte chiederà i danni allo Stato. Abbiamo chiesto le compensazioni previste dal Governo precedente a fronte della presentazione di progetti per i quali abbiamo speso 150 mila euro. Ora se verrà tutto bloccato sono pronto a chiedere i danni".
Una manifestazione No Tav in Val Susa, il 28 luglio 2018. Foto Ansa.
Tutto questo mentre sabato scorso è stata una giovane mamma Lucrezia Bono, 32 anni, consigliere comunale e probabile candidata sindaca a Chiomonte per una lista civica a presentarsi a una convention con il Presidente della Regione Chiamparino per raccontare come il suo paese convive con l’opera e con chi la contesta. “La divisione tra no tav e sì tav ha creato divisioni in questo borgo di 860 abitanti, dove ci conosciamo tutti e dove famiglie da sempre vicine improvvisamente si sono trovate divise tra chi é a favore dell’opera e chi no. Io stessa ne ho subito le conseguenze”
Lucrezia Bono nel 2015 gestiva un bar “dove – racconta - gli operai e le persone contrarie all’opera facevano colazione insieme”. E proprio in una notte di quell’anno il locale fu oggetto di un brutto episodio con vetrine danneggiate e scritte contro di lei .
“Il 40% delle attività commerciali di Chiomonte –racconta Lucrezia – ha chiuso e quest’anno la stazione sciistica del Frais é ferma”. Oggi il cantiere di Chiomonte, dopo lo scavo del tunnel geognostico è blindato ma vuoto in attesa del via libera ai lavori per il tunnel internazionale. “Tra i lavoratori – spiega Lucrezia Bono . alcuni sono in cassa integrazione, altri sono andati a lavorare all’estero, magari in Francia. Per questo chiediamo di non essere lasciati più soli e di sentirci parte di questo progetto, abbiamo bisogno di dire basta a tutte queste contrapposizioni e vogliamo una prospettiva seria e lungimirante per le nostre splendide montagne”.