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martedì 15 ottobre 2024
 
 

Un gol e passa tutto?

23/06/2013  I casi Katidis e Miccoli scuotono il calcio. Mentre il mondo del pallone tace, c'è chi vuole cacciarli dal campionato. Ma basterà un gol per far dimenticare certi comportamenti?

Del povero Giorgios Katidis, giovane calciatore greco destinato l Novara in serie B, ormai sappiamo tutto: ha fatto il saluto nazista in campo, cosa che prima lo ha fatto mettere fuori rosa dall'Aek di Atene e poi lo ha fatto radiare, lui che era stato capitano della Under 21, da tutte le nazionali elleniche. Cosa abbastanza comprensibile se pensiamo che a suo tempo la Grecia fu occupata dai nazisti con innumerevoli morti e distruzioni, e che per quell'occupazione il Governo greco ha aperto una procedure per chiedere 108 miliardi di euro di danni alla Germania.

Anche di Fabrizio Miccoli sappiamo più o meno tutto: è indagato per estorsione, era amico di un boss e parlando con lui insultava il magistrato Falcone, martire civile della lotta alla mafia. Così, il centravanti che era l'isolo di Palermo è diventato un reprobo: spuntano su Facebook pagine che ne chiedono la cacciata dalla Sicilia, il suo presidente Zamparini l'ha rinnegato e gli ha consigliato di andarsene, il ministro della Funzione Pubblica Gianpiero D'Alia chiede alla Federcalcio di esaminare l'idea di radiarlo.  

Se di Katidis e di Miccoli sappiamo tutto, non altrettanto si può dire di noi. Potremmo, domani, fare il tifo per loro? La loro attività pubblica (giocare al calcio) può dipendere dalla correttezza e dalla regolarità dei comportamenti privati? E a quale livello di scorrettezza e irregolarità poniamo l'asticella, il limite da non sorpassare mai pena, appunto, la radiazione o la revoca di un contratto? Oppure tutto è affidato al senso del limite e del pudore dei singoli, in questo caso Katidis e Miccoli? Il calcio non ha mai voluto discutere seriamente di casi come questi. E ora rischia che sia il resto della società a emettere un giudizio.

 
 
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